Prima di parlarvi di Woodscote, vi dobbiamo dire di Valerio Barbarossa e Paco Peruzzo, due persone uniche nel panorama del surf italiano. Valerio è cresciuto qui surfisticamente, abbiamo raccontato la sua storia su queste pagine in precedenza, Paco invece l’Italia del surf l’ha vissuta più di passaggio. Entrambi hanno partecipato al circuito giovanile in anni in cui ancora si respirava un’aria underground, contraddistinta da molta passione e poca organizzazione. Non conta come lo fai, l’importante è farlo e crederci, farlo per la cultura. Paco e Valerio sono stati per anni di base a Lisbona dove entrambi hanno studiato all’università. Insieme si sono fatti strada nell’ambiente degli “stilosi” che gravitano nell’area della capitale portoghese: surfisti, creativi, skater, musicisti e artisti. Questo è il loro retaggio, il surf è solo la frequenza che sintonizza tutti sullo stesso canale. Hanno fondato Nothend per esprimere la loro filosofia, hanno organizzato beach gathering bellissimi e frequentatissimi sulle spiagge di Lisbona: onde o no, la figata è ritrovarsi tra simili e condividere il proprio modo di interpretare il mondo. Il Woodscote è la più recente iniziativa in cui il duo si è lanciato per nutrire e promuovere la cultura del surf come si faceva una volta.
Woodscote: un festival di cultura, creatività e comunità a Biarritz. Nel nome di surf e skate.
Il festival Woodscote si è tenuto dal 28 al 30 giugno presso la Côte des Basques di Biarritz ed ha riunito circa sessanta espositori e partner, ma ha soprattutto ha dato a 62 artisti una splendida piattaforma da cui potersi promuovere. 3 giorni di skate, surf, arte, musica e cultura con i piedi nella sabbia, la testa tra le nuvole e gli occhi puntati sull’Atlantico e su Villa Belza. Il nome “Woodscote” contiene un chiaro richiamo a Woodstock, leggendario festival a cui gli organizzatori della kermesse francese si sono apertamente ispirati. “Lo spirito di pace” ha guidato sin dalla concezione del Woodscote ogni scelta del team di Jordan Sevellec, organizzatore e founder del festival.
Oltre 18.000 partecipanti hanno esplorato un ricchissimo palinsesto di attività incentrate su arte, musica, skateboard e surf. Riguardo la musica, dal primo momento gli organizzatori hanno voluto mettere al bando i DJ: “Senza offesa ragazzi, ma alle console preferiamo una band di veri musicisti”. Quindi musica dal vivo che fa da sottofondo a gare di surf e skate non convenzionali, che si discostano dagli standard olimpici. Un vero e proprio ritorno alle origini, che abbraccia lo spirito di liberazione degli anni ’60 e ’70.
Nonostante il meteo ballerino, la carica dei 18.000 ha espresso grande soddisfazione per l’organizzazione, merito di un gruppo di appassionati surfisti e skater volontari, che hanno risposto presente alla chiamata del capitano Jordan. A 24 anni, Jordan Sevellec è un (non)giovane ambizioso e pieno di energia, che non ha paura di affrontare sfide ritenute impossibili dai più. Maider Arosteguy, sindaco di Biarritz, accompagnata dal senatore Max Brisson e da sua figlia Emanuelle Brisson, si sono congratulati e hanno invitato Jordan Sevellec e il suo team a continuare la loro avventura con il sostegno della Città di Biarritz.
Woodscote ha appena iniziato: le basi per il futuro e la conferma della seconda edizione.
Ispirato allo spirito leggendario di Woodstock 69, il Woodscôte vuole essere un evento iconico che celebra la cultura, la creatività e la comunità. Sulla base del successo dell’edizione inaugurale, il Woodscôte tornerà nell’estate del 2025.
Il Woodscôte Festival è organizzato da appassionati di surf, skate e rock
dell’associazione BTZ Downhill. È nato dall’entusiasmo per l’evento inaugurale BTZ Downhill nel 2021. Da allora, l’organizzazione si è impegnata a far progredire la cultura dello skateboard attraverso eventi musicali, dimostrazioni e raduni, culminati con l’inizio del Woodscote Festival. Fondato sui valori della diversità, dell’inclusione e della passione, il festival offre un’esperienza coinvolgente e motivante agli appassionati di arte, musica e skateboard di tutte le fasce d’età.
Il commento di chi c’era: parola a Paco e Valerio.
Valerio introduce Paco: “Come leggerete tra poco, Paco scrive un Italiano quanto meno intrigante. Si dice che l’avrebbe imparato con un beduino abissino studiando Paperino, Primo Levi e Ornella Vanoni. Non lo giudicate troppo, il ragazzo parla 5 lingue ed ogni tanto entra in corto circuito”.
E adesso, signore e signori, the marvellous Paco Peruzzo: “Avete presente quando le cose funzionano? Quello stato di grazia col quale sei 100% sicuro che, pur avendo tanti ostacoli, tutto andrà bene? Beh, è stato cosi al Woosdcote. Una prima edizione (che come si sa, è sempre la più tosta) accompagnata da una meteo borderline, con un extra d’acqua di mare contaminata, il tutto impastato di 40 band di musica, un branco di skaters incazzati col mondo e decisamente troppi surfisti. Tutto un mix davvero impegnativo da gestire. Cosa vi posso dire di più?
Woodscote Festival è stato un viaggio nel tempo dove tutti, conosciuti e sconosciuti, ci siamo ritrovati. Dove abbiamo ballato, riso, (bevuto), cantato, surfato, dipinto, suonato, skateato (non credo esista questa parola in italiano)…Insomma, una boccata di aria fresca, che ci/mi carica tanto! Grazie col cuore Jordan Sevellec aka Djoko aka faccia di pantofola”.
Chiudiamo con la forzata compostezza (è un gran maestro dello shoey) del super manager Barbarossa: “L’ispirazione principale di questo festival è Woodstock ‘69, un evento che oltre a segnare la storia della musica ci ha anche dimostrato come in fondo siamo capaci di creare un ambiente pacifico e creativo in cui chiunque è libero di esprimersi. Poi ovviamente se nel “background” c’è Jimi che attacca con “Little Wing” ancora meglio. È proprio nell’espressione personale che Jordan ha voluto concentrarsi, contattando senza sosta artisti, musicisti, surfisti e skaters un po’ da tutto il mondo, che si sono ritrovati alla Côte des Basques per condividere questi 3 giorni insieme. Così dal nulla 18.000 persone diventano una cosa sola, ascoltano la stessa musica, surfano le stesse onde”.
Tutte le foto sono state scattate da Valerio Barbarossa.