Fin dall’alba dei tempi l’essere umano ha avuto l’insaziabile istinto di scoprire qualcosa di nuovo. La ricerca e il viaggio sono incisi nel nostro dna. Il surfista deve avere quel tratto genetico ancora particolarmente sviluppato perché per i suoi viaggi di surf non si ferma davanti a nulla.
Con lo sviluppo della tecnologia e l’avvento della globalizzazione tutto è diventato più semplice. I tempi di viaggio si sono drasticamente ridotti e raggiungere le mete più esotiche è diventato meno faticoso ed economicamente più abbordabile. Questo ha portato ad una saturazione delle line-up dei posti più pubblicizzati e dove magari si può surfare in costume. Da buon sociopatico quale sono, ho sempre ammirato quei surfisti capaci di spingersi oltre, alla ricerca di onde sperdute e magari in solitaria o in compagnia di pochi amici.
Segnatevi questa: l’Africa diventerà la nuova mecca di tutti i surfisti. Onde di qualità, poco affollamento e caldo per la maggior parte dell’anno. E no, non mi riferisco agli ormai ben noti Marocco, Sudafrica e Namibia. Le condizioni politiche dei paesi africani, spesso protagonisti di guerre civili, le infrastrutture ed i collegamenti che non sono ancora abbastanza sviluppati hanno frenato il flusso di surfisti-esploratori verso destinazioni a cui non manca nulla. Analizziamo insieme le mete che potrete scegliere.
Angola
L’Angola è un paese vario e contradditorio, immersa tra il deserto sub-sahariano e paradisiache spiagge tropicali, si districa in mezzo ad un labirinto di fiumi e confina con la più famosa Namibia. La capitale, Luanda, nel 2015 è stata eletta come città più cara al mondo, divisa tra il super lusso dell’industria petrolifera e l’immensa povertà delle bidonville che la circondano. Corruzione e instabilità sono fortunatamente molto lontane dalle onde che srotolano nel profondo sud, caratterizzato dalla tipica e vera accoglienza angolana. Un mix tra ex colonialismo portoghese e tribalità vi accompagneranno lungo tutto il viaggio, senza pericolo di squali all’orizzonte. Consigliati dollari americani in tasca, una conoscenza base del portoghese e una buona assicurazione di viaggio.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 3 su 5. Voli Roma – Luanda con scalo a Parigi a prezzi ragionevoli (3/400€), necessità di noleggiare un fuoristrada.
Top spot: Cabo Ledo, Barra da Kwanza, Ambriz Beach.
Mozambico
Se il Mozambico non è ancora diventato una meta di pellegrinaggio per i surfer ci sono diversi motivi, ve ne diciamo uno che riassume bene il concetto: sulla bandiera del Mozambico c’è un AK-47, il noto fucile sovietico. La guerra civile ha martoriato il paese per anni e i conflitti non sono ancora del tutto cessati. La principale fonte di reddito è data dall’estrazione mineraria, carbone e diamanti per lo più. Questo non ha dato modo al paese di svilupparsi nel settore del turismo, nonostante le sue spiagge siano incantevoli. Le onde sono pressoché deserte e gli unici che le surfano sono Sudafricani (Jordy Smith ama il mozambico) e gli squali. Infatti le coste di questo paese pullulano di squali toro. Se siete alla ricerca di viaggi di surf davvero avventurosi, direi che il Mozambico fa per voi.
Qualità: 5 su 5
Sicurezza: 2 su 5
Difficoltà viaggio: 1 su 5. Voli per la capitale Maputo operati da diverse compagnie europee con partenza sia da Milano che da Roma. Costo alto, sopra i 1000€. Mobilità interna non delle più semplici.
Top spot: Tofo Beach, Ponta do Ouro, Murrebue (la maggior parte degli spot non sono segnalati sulle mappe)
Nigeria
Famosa al pubblico sportivo europeo per la vittoria ai giochi olimpici della nazionale di calcio del 1996 ad Atlanta, la Nigeria di Jay-Jay Okocha, Taribo West, Nwankwo Kanu e compagni è una delle nazioni africane con le migliori onde del continente. Sondata in passato da grandi nomi del surf come Mikey February, William Aliotti e Luke Davis per citarne alcuni, non è mai esplosa a livello turistico e tranne una scena locale e giovane in crescita, le sue onde sono per lo più deserte. Anche qui le situazioni politiche non sono delle migliori, teatro di una sanguinosa guerra civile nel passato, si registrano ancora numerosi attentati scaturiti dalle divergenze religiose tra cristiani e musulmani. Economicamente è uno dei paesi con la maggior crescita dell’Africa, pensate che la Nigeria ha di recente superato anche il Sudafrica. Le onde sono davvero interessanti: tubi lunghi e profondi caratterizzano i break nigeriani, che si attivano principalmente durante la stagione dei venti asciutti che spirano direttamente dal deserto.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 2,5 su 5
Difficoltà viaggio: 3 su 5. Ben collegata ma non economica, necessità di una guida locale.
Top spot: Lighthouse beach, Tarkwa Bay, Lagos Oasis
Senegal
Il Senegal è il paese che dal punto di vista surfistico si sta sviluppando di più in Africa. È da anni sede di un QS e in passato diversi surfisti italiani hanno avuto il piacere di surfare qui: citiamo ad esempio Roberto D’Amico e Andrea Lamorte, due amici del podcast. La scena locale è in fermento, Fall Cherif è da poco diventato il primo surfista senegalese professionista ed addirittura il compagno di team Italo Ferreira è andato a surfare con lui sulle onde di Dakar. Sinistre lunghissime caratterizzano frangono sulle secche senegalesi, i locali non sono pochi ma comunque hanno un buon livello di surf e una discreta cultura. Si surfa principalmente in costume e le infrastrutture sono in fase di sviluppo. Nell’insieme è sicuramente la meta più consigliata tra i viaggi di surf africani.
Qualità: 3 su 5
Sicurezza: 4 su 5
Difficoltà viaggio: 2 su 5. La capitale Dakar è ben collegata, prezzi ragionevoli.
Top spot: NGor, Virage, Yoff Plage (molti spot non sono segnalati)
Mauritania
Vi ricordate di “The Snake”, l’onda incredibile surfata da Mick Fanning nel video di Rip Curl del 2019? Varie speculazioni sono state fatte sulla location dell’onda e diversi indizi ha portato alla Mauritania. Vi diciamo subito che in realtà non si trattava del paese sahariano, le teorie sono tutte state smentite. Rimane comunque una verità: la Mauritania garantisce delle ottime prospettive per viaggi di surf. Uno degli stati africani con la situazione economica più critica, quasi metà della popolazione vive con 2$ al giorno, circa il 20% degli abitanti sono in condizione di schiavitù nonostante essa sia stata abolita tre volte. Nel deserto ci sono sommerse un quantitativo di bombe inesplose altissimo e fino a pochi anni fa i rapimenti erano all’ordine del giorno. Capirete che non è la miglior meta per viaggi di surf, il rischio che un’avventura ardita si trasformi in un’esperienza disastrosa è alto. Sareste pronti a correrlo?
Qualità: 3 su 5
Sicurezza: 1 su 5
Difficoltà viaggio: 5 su 5. Le bombe nel deserto e i voli con scali lunghi e poco economici non la rendono al momento molto accessibile. Meglio arrivare dal Marocco in macchina.
Top spot: Shipwreck
Somalia
I Pirati della Somalia. No, non è un film della saga Disney ma la realtà. Uno dei paesi più pericolosi al mondo, dove tra rapimenti e violenze si nascondono point disegnati dalla mente di un surfista. Attualmente off-limits, la speranza è che nella nazione della costa orientale la situazione possa migliorare presto. E questo pensiero va ben al di là del surf.
Qualità: x su 5 (impossibile avere dati indicativi)
Sicurezza: 1 su 5
Difficoltà viaggio: 5 su 5. Attualmente vietata al turismo per pirateria, terrorismo, guerra civile e rapimenti.
Top spot: Mogadisho Beach
Liberia
La Liberia ha un vissuto molto travagliato: colpi di stato, guerre civili ed epidemie d’ebola non l’hanno mai resa nota per il miglior posto dove trascorrere le vacanze. L’attuale presidente George Weah, ex pallone d’oro che ha giocato con Milan, Marsiglia e Chelsea, si sta applicando molto sul fronte dello sviluppo economico attraverso sport e turismo. Aiutati da un’associazione americana che ha introdotto il surf nella città di Robertsport, la prima generazione di surfisti liberiani si fonda sulla passione di quei bambini soldato che anni fa decisero di sostituire le armi con le tavole da surf. La Liberia è uno dei paesi da tenere sott’occhio insieme a Senegal e Nigeria. Tra scenari in stile Jurassic Park e reef all’ombra della giungla, è sicuramente una meta da tenere in considerazione per i vostri futuri viaggi di surf.
Qualità: 3 su 5
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 3 su 5. Ben collegata da Milano o Roma con scalo a Parigi, i voli non sono economici.
Top spot: Robertsport Town
Libia
La costa libica ospita quella che è conosciuta come la più lunga sinistra del Mediterraneo. Un’onda chiamata Wada Naga che si trova a 130 chilometri a est della capitale Tripoli. La Libia, tuttavia, è attualmente una zona da bollino rosso. Addirittura l’ufficio estero del Regno Unito sconsiglia tutti i viaggi nel paese a causa di combattimenti in corso, attività terroristiche regolari e paura di rapimenti. La Libia è un altro bel posto che rimarrà inesplorato per un pò, ma di cui sicuramente sentiremo parlare. Ne sa qualcosa un surfista italiano…vero Ale?
Qualità: 2 su 5
Sicurezza: 2,5 su 5
Difficoltà viaggio: 2,5 su 5
Top spot: Wada Naga
Madagascar
Come riportato dalle ricerche sullo sviluppo economico del pianeta, il Madagascar è nelle retrovie della classifica tra i paesi meno sviluppati al mondo. La carenza di collegamenti interni sufficienti (la morfologia non aiuta), in particolar modo sulle coste, lo rende un paese surfisticamente difficile da esplorare. Avrete bisogno di una barca e di una guida locale molto esperta per trovare le onde giuste. Tra credenze sciamaniche e un comportamento ostico nei confronti degli occidentali, il Madagascar ha del potenziale nascosto. Molto nascosto.
Qualità: 1 su 5. I report dicono che le onde belle sono difficilissime da trovare a causa dei venti, quando però arrivano la qualità è alta.
Sicurezza: 3 su 5
Difficoltà viaggio: 4 su 5. Vie di comunicazioni precarie, aeroporti ben collegati, necessità di una guida locale e di un mezzo acquatico.
Top spot: nessuno in particolare da segnalare. Molti spot sono oltre il reef e cambiano a seconda delle direzioni di mareggiata e vento
Sahara Occidentale
Attualmente in lotta per ottenere la propria indipendenza dal Marocco, l’ex colonia spagnola dei Sahrawi è stata recentemente esplorata da Torren Martyn in Lost Atlas. Il gioco non vale la candela, nelle vicinanze ci sono appunto Marocco e Isole Canarie, mete più affollate ma sicuramente più tranquille. Chissà se un giorno anche la zona del Sahara Occidentale non diventerà una mecca dei viaggi di surf, con i suoi point deserti che srotolano solitari per centinaia di metri.
Qualità: 4 su 5
Sicurezza: 1 su 5. Guerra civile per l’indipendenza in corso.
Difficoltà viaggio: 4 su 5. Attualmente sconsigliata al turismo, raggiungibile dal Marocco.
Top spot: Ponta Negra (nella maggior parte spot non segnalati)