Filippo Orso è il primo ligure ospite del main show del Tuttologic Surf Podcast. Com’è possibile che siamo arrivati al diciassettesimo episodio senza aver mai avuto ospite un surfista oppure una surfista di una delle regioni con le migliori onde d’Italia? Pensate che la Liguria ha un movimento giovanile talmente attivo e sviluppato da aver lanciato un campionato juniores regionale, un progetto pilota sostenuto e promosso dalla Fisw stessa. Levanto, Varazze, Arenzano, Recco, Andora sono spot molto frequentati sia delle comunità locali che dalle centinaia di persone che arrivano in giornata o per il weekend da città come Milano, Torino o Bologna.
Ho chiesto subito a Filo se avesse una motivazione valida per spiegare questo cortocircuito: “Ci sono diversi surfisti bravi ma rimangono in disparte, si godono la passione senza cercare le luci della ribalta. Anzi: sfuggono, si nascondono, preferiscono non apparire”. Ok, questo lo posso capire, ogni area ha i suoi local hero, ma rimanendo nelle categoria atleti e giovani mi chiedo: perché non troviamo liguri tra le fila della nazionale? “La verità Leo è che siamo liguri, stiamo bene così. Anche a Varazze in acqua vedo sempre un paio di ragazzini forti ma stanno per i fatti loro, non seguono le gare. In più c’è anche un limite tecnico, che non tutti hanno voglia di superare: i liguri mediamente fanno fatica a surfare onde brutte, corte e nervose. Qui abbiamo principalmente dei point oceanici, il nostro beach break di riferimento è Andora che comunque è lunga e ti dà il tempo di ragionare e mettere più manovre. Anch’io personalmente ho sofferto come un cane a gareggiare a Forte dei Marmi oppure a Fregene, mentre vedevo questi che pompavano tutta l’onda, iniziavano andando a destra e finivano a riva su una sinistra. Una cosa da pazzi per me”.
Filippo Orso è stato campione italiano juniores, ha partecipato ad alcune competizioni internazionali con l’Italia e soprattutto si è fatto strada nel surf senza mai perdere l’entusiasmo e la voglia di reinventarsi. Da atleta ad istruttore, poi guida nei surfcamp che organizza personalmente, influencer negli anni d’oro di Instagram (che ahinoi sono alle spalle), consulente e tester di brand che producono tavole da surf. Mille vite in una per rispondere ad una delle domande che fanno parte della liturgia di questo podcast: si può vivere di surf in Italia? Filo ha detto “sì”, ovviamente, perché lui ne è l’esempio, ma il suo è un “sì” seguito da un “però” che dovrete ascoltare nell’episodio su Spotify e YouTube.
Ho orientato la chiacchierata con Filippo Orso verso l’argomento social network perché lui prima di altri ha saputo costruirsi un’immagine appealing per aziende extra-settore, ma adesso i tempi sono cambiati. Spiega Filo: “Sinceramente non ci sto più tanto dietro. All’inizio bastava postare una foto editata bene, adesso il livello è altissimo con tutto il discorso dei reel e l’attrezzatura che serve per essere al passo. Oltretutto se non metti lo scatto epico la sera stessa, sei bruciato. Il giorno dopo è già vecchio e rivisto”.
Attualmente il goofy di Pietra Ligure rappresenta l’anima surfistica dell’azienda Bear Surfboards, lavorando spalla a spalla col Ceo Linda Tani, che quattro anni fa decise di affidarsi a Filippo per avere un punto di vista interno al mondo del surf. Il brand nato dalla mente visionaria di John Milius per il film “Un Mercoledì da Leoni” sta percorrendo la strada del ritorno alle origini, impegnando crescenti risorse nella produzione di tavole da surf: “Poter girare per le migliori fabbriche d’Europa per me è un sogno, ho avuto l’occhio per le tavole sin da quando ero veramente piccolo. Attualmente produciamo ad Ericeira e Somo. Per i longboard ci affidiamo alla sensibilità di Joao Dantas, atleta Bear che frequenta il World Tour, mentre per mid-lenght e fish sono un po’ più io a dare gli input agli shaper”.
Proprio con Joao Dantas parleremo nei prossimi giorni di un video-progetto che Bear è riuscita a tenere nascosto nel cassetto in attesa del momento giusto, che sta per arrivare. Seguiremo il lancio del video pubblicandolo in anteprima per l’Italia. Rimanete incollati alle nostre storie perché le sorprese non finiscono qui.