Storia
Incastonato come una gemma nel Golfo Paradiso, a due passi dalla città di Genova e con vista sulle splendide Camogli e Portofino, lo spot di Recco nelle giornate di onde brilla come un fulmine a ciel sereno, creando quell’atmosfera californiana che lo distingue dallo stereotipo di paesino ligure. Non è un’onda famosa per la sua forma o per la storia che c’è dietro, ma sicuramente ha fatto parlare molto di sé negli anni, ospitando uno tra gli eventi di surf più seguiti d’Italia: il Recco Surfestival. Un importante momento di celebrazione della cultura surfistica italiana e mediterranea, ma anche la cornice di una competizione di longboard che negli anni ha visto succedersi sul podio alcuni senatori della scena nazionale come Marco Boscaglia e Matteo Fabbri. E sarà di nuovo un contest, o meglio, il contest dei maestri della tavola lunga per eccellenza quest’anno a mettere di nuovo Recco sulla mappa del surf competitivo: il Campionato Italiano Assoluto di Longboard, in programma a novembre.
Descrizione
Lo spot non ha un fondale uniforme nella sua composizione, in quanto frutto di diversi lavori al waterfront che negli anni hanno contribuito a creare l’onda che conosciamo oggi. Guardando il mare, infatti, sulla destra si può notare la foce del torrente (omonimo della città) responsabile della formazione di banchi di sabbia appesantiti dalla fanghiglia buttata fuori dal fiume nei periodi di abbondanti piogge. Spostandoci verso sinistra però, tenendo come riferimento il primo stabilimento balneare a lato del fiume, il letto dello spot inizia a costellarsi di grandi massi che arrivano a comporre il reef su cui frange l’onda. Come ben sappiamo, a ogni fondale la sua onda: se nella parte sabbiosa l’onda, oltre a essere più lunga, è anche più “amichevole” e variabile stile beachbreak, dove ci sono rocce invece il frangente diventa più preciso e meglio formato.
Il lato sinistro della baia offre un’onda più aggressiva e veloce, più complicata quindi da gestire sia nel take-off che durante la surfata. E quali sono le condizioni in cui l’onda di Recco si esprime al suo meglio? La risposta corretta è: dipende. In realtà infatti non esiste una vera e propria condizione ideale per Recco, ognuno può avere una sua idea basata sul proprio stile e livello di surf. Ciò che c’è di sicuro, però, è che lo spot si attiva con mareggiate da libeccio e da maestrale, che solitamente colpiscono il punto di costa dov’è posizionato lo spot senza che il vento disturbi troppo la regolarità dell’onda. Anzi, soprattutto d’inverno è facile che ci sia vento un freddo vento di terra che al costo di una session potenzialmente gelata renderà il mare più liscio e divertente. Recco quando si attesta attorno al metro sa trasformarsi in un’onda perfetta per il longboard. Nelle giornate da ricordare e con mare un po’ più grosso, tra i close-out del centro baia è anche possibile scovare qualche tubo. Ma attenzione a gasarvi perché la sezione di cui parlo è tutt’altro che facile da surfare. Pippo Eschiti è uno dei pochi ad averci una certa confidenza.
Pericoli & Localismo a Recco
Arrivati a questo punto è opportuno mettere i puntini sulle i per quanto riguarda i potenziali pericoli di questo spot. Un discorso che mi preme fare nel mio doppio ruolo di istruttore Blackwave e giovane surfista cresciuto in questa baia. Il primo pericolo, e forse il peggiore, riguarda l’affollamento: tra i locali, i corsi surf e i colleghi che raggiungono la costa ligure dalla Lombardia e dal Piemonte per scaricare un po’ di voglia di onde, capita spesso di trovarsi nella difficoltà di gestire una line-up trafficata. Se a questo aggiungiamo la poca consapevolezza di sé e dello stare in mare che alcuni surfisti inesperti hanno, la pericolosità nelle giornate più piene aumenta esponenzialmente. Secondariamente bisogna prestare attenzione al fondale: l’onda che rompe sul reef di roccia non ha una profondità che ci consente di stare tranquilli. In periodi di luna piena è facile che affiorino rocce a pelo d’acqua, ovviamente durante le mareggiate di una certa consistenza. In particolare, c’è una famigliola di rocce davanti al picco centrale che spesso si diverte a uscire e a rovinarvi il nose della tavola, per cui se il vostro livello di surf è timido evitate di posizionarvi in quella parte di spot. La situazione correnti, invece, è abbastanza intuitiva da comprendere: soprattutto con mare grosso e ventoso, si creano due rip current che dal centro circumnavigano la spiaggia per poi viaggiare parallele ai moli che delimitano la baia, sputando successivamente fuori in mare aperto.
E il localismo? Esiste a Recco? A prescindere dal fatto che definire il localismo al giorno d’oggi ormai è una questione un po’ delicata, in uno spot del genere i locali prediligono l’uso del buon senso e il rispetto delle regole, come dovrebbe essere in qualsiasi spot del mondo. Certo è che se arrivate per la prima volta a Recco e vi posizionate subito in precedenza su chiunque, oppure diventate degli ostacoli per chi vuole godersi la sua pausa lavoro scivolando su qualche onda, non mancheranno richiami da chi quell’onda la surfa da prima che il sottoscritto iniziasse a surfare.