Il mondo va veloce e la tecnologia è in continuo sviluppo. Le attrezzature diventano obsolete nel giro di un paio di anni e la ricerca della novità è sempre all’ordine del giorno. Anche il surf come tutti gli sport è andato incontro ad una progressione sfrenata e proiettata verso la performance. Se da un lato sempre più praticanti sfoggiano fuoriserie di epoxy e rail taglienti come rasoi, c’è una parte di consumatori che ha capito che non sempre il progresso può aiutare a migliorare il tuo surf. Nasce così il rapporto di amore tra il surfista moderno e le tavole classiche.
Il concetto delle tavole classiche
Ogni surfista sogna di staccare air o di uscire da dei tuboni quadrati. Tra il sogno e la realtà di un surfista italiano però c’è di mezzo il Mar Mediterraneo. Ed ecco che spuntano fuori sulle line-up pezzi d’arte con colori pastello e resine lucide che ci permettono di godere al meglio delle condizioni più disparate. Prendiamo come esempio il buon Leologico. Un surfista italiano che surfa da tanti anni e che ha svolto una vita d’ufficio per gran parte della sua gioventù, scegliendo oltretutto come sport primario la pallanuoto. Dai 18 anni in poi ha viaggiato tanto, costruendosi un discreto bagaglio di esperienze, ma per alimentare la passione ha collezionato anche tante session al limite del praticabile.
Leo Franceschini dopo anni di fiammanti Channel Island, ha incontrato l’amico e shaper Matteo Fabbri che durante una session in Adriatico gli ha prestato un mid-length. Da quel momento in poi ha iniziato a cambiare idea sulla scelta delle tavole.
Esempio pratico
Ho diversi ricordi di lui che surfa con fatica i 30cm di onda estiva tra i pontili della Versilia con una JS Flamefish, 5’7 per 35 litri o qualcosa del genere. Quella prova però ha finalmente cambiato il suo modo di vedere le cose. Un po’ per l’età che avanza e (forse) un po’ condizionato dalla mia mania per lo stile, ha deciso di farsi realizzare da Matteo un mid-lenght. Ho notato subito dalle prime uscite come il provare una tavola nuova abbia in primis aumentato il suo tasso di divertimento, migliorando anche ai miei occhi il suo surf in condizioni di mare dal quale poco si poteva pretendere.
Galvanizzato dall’ebrezza che la religione dello “stile” sa trasmettere, Leo si è addirittura portato la tavola alle Maldive e non solo, se n’è pure fatta fare pure un’altra. Session dopo session ho potuto notare come un surfista corazzato come lui traesse molto più beneficio utilizzando una tavola del genere che non una shortboard. E l’innamoramento del direttore per le tavole classiche non è soltanto una cotta estiva, pensate che durante il nostro ultimo viaggio in Portogallo si è pentito di non averla portata dietro per utilizzarla sulle onde di sostanza come Coxos.
I vantaggi derivati dall’utilizzo di tavole classiche si sono anche ripercossi sulle manovre effettuate in tavoletta. Leo infatti ha un difetto quando compie le curve di schiena. Utilizzare una tavola più lunga l’ha costretto a cambiare il modo in cui effettuava l’azione migliorando l’impostazione che aveva con le tavole più corte. Aldilà del fattore estetico e stiloso, una tavola più lunga che mantiene comunque linee di una shortboard può essere un’alternativa davvero molto valida per le condizioni del Mediterraneo. Un mezzo di questo genere permette un surf rilassato ma che non esclude le curve potenti, concedendo il lusso di poter surfare le onde piccole e provare a fare qualche partenzone in condizioni epiche (Torren Martyn docet).
Soluzione
Per il surfista mediterraneo che deve sfruttare ogni mareggiata disponibile, una tavola di questo genere può essere un aggiunta davvero molto valida al quiver.
Oltre al fatto che sperimentare nuovi shape mantiene viva la voglia di approfondire e progredire in questa disciplina. Prendete come esempio il giovane Pippo Marullo: vice campione europeo con il longboard, ha partecipato ad un mondiale juniores in tavoletta e si è spesso classificato nelle prime posizioni dei campionati italiani. A dimostrazione del fatto che allenarsi con più tavole porta beneficio ad ogni tipo di surfista. Al prossimo acquisto pensateci bene, le tavole classiche potrebbero essere la soluzione.