Chi ci segue dall’inizio sa bene quanto siamo ossessionati dai viaggi e dalle mete inusuali. In precedenza abbiamo scritto di come il turismo del surf avrebbe potuto rilanciare un continente, l’Africa, contribuendo con la decentralizzazione dei viaggi di surf ad alleggerire il problema dell’affollamento. Oggi vi parliamo di una nazione che ha puntato tutto sul surf, rendendolo protagonista nella strategia di rilancio turistico del paese.
El Salvador ha ospitato la nazionale italiana di surf per diversi ritiri. I ragazzi si sono trovati molto bene, sia per le condizioni del mare (le onde ci sono sempre e rompono con qualsiasi condizione) sia per l’organizzazione della nuovissima Surf City. Ma come è riuscito El Salvador a passare in così poco tempo da meta alternativa a sede di manifestazioni internazionali come il Mondiale ISA (e prima gara di qualificazione olimpica della storia) e di una tappa del World Championship Tour?
Surf City, El Salvador
Surf City è un progetto voluto fortemente dal neo presidente Nayib Bukele, salito in carica nel 2019. Ex sindaco di San Salvador, è stato esiliato dal partito di cui faceva parte e ha deciso di concorrere alla presidenza individualmente, senza associarsi a nessuna forza politica. Uomo d’affari fin dalla giovane età, erede di uno degli uomini più influenti del paese nonché Imam di origini palestinesi, Nyiab ha sbaragliato la concorrenza nonostante i dubbi suscitati dall’opposizione sulla religione del padre.
Nemmeno il tempo di partire ed il giovane e moderno presidente ha puntato tutto sul turismo per rilanciare il proprio paese e cancellare l’immagine che il mondo aveva del Salvador: guerriglie urbane tra bande, gang di narcotrafficanti con i tatuaggi in faccia e poca sicurezza stanno diventando un lontano ricordo. Nayib Bukele ha scelto come ministro del turismo Morena Valdez, una surfista incallita con il compito di far crescere l’appeal del paese attraverso investimenti che nessuna nazione al mondo ha mai fatto per il surf.
Basti pensare che un grande marchio spende circa 20 milioni di dollari l’anno per il marketing e questa cifra include gare ed eventi. El Salvador per il surf ne ha spesi 70 soltanto per partire. Infatti sono previsti altri 100 milioni di finanziamenti da immettere nel sistema entro il termine del mandato. Nuove infrastrutture, una tappa del Championship Tour, quattro Mondiali ISA in programma tra cui una qualifica valevole per Tokyo nel 2021 ed una valevole per Parigi nel 2023, Mondiali ISA Junior e tre tappe del Tour Latino Americano.
Ma tutto questo è servito?
Nonostante i collegamenti aeroportuali siano ancora da migliorare, le attività locali hanno registrato un +25% di incremento del fatturato. Le scuole di surf sono prese d’assalto ogni giorno da nuovi turisti. E tutto questo nonostante la pandemia.
La tappa del World Championship si è appena conclusa consegnando a Griffin Colapinto la seconda vittoria stagionale dopo quella portoghese ed il terzo posto nella classifica generale. Nelle donne a trionfare è stata l’immensa Stephanie Gilmore. Va detto che comunque le condizioni durante la gara non sono state delle migliori, ma lo spettacolo non è mancato.
Come durante il campionato mondiale Juniore ISA, le onde sono risultate spesso un po’ arruffate e quasi sempre con vento attivo. Di positivo c’è che in El Salvador si surfa con qualsiasi condizione di swell, vento e marea. Tutto sommato gli atleti del Tour sono rimasti soddisfatti e hanno dimostrato entusiasmo per questa new entry. Un piccolo appunto doveroso e che non rende il giusto merito a El Salvador è che per l’ennesima volta la gara non è stata chiamata nei primi giorni del waiting period con condizioni ottimali ma si è preferito aspettare l’entrata di una swell più consistente, che di fatto però non ha rispettato le aspettative.
Un errore ricorrente nella gestione della Vice Presidente WSL e Responsabile della Competizione, Jessi Miley-Dyer, scelta per sostituire l’espertissimo ex Capo Giudice e General Manager del Tour Renato Hickel. Le chiamate spesso forzate hanno portato ad un campionato con qualità delle onde mediamente scarsa, mentre i giorni con le condizioni migliori si succedevano con la gara off.
Che il caso del Salvador sia di buon auspicio e che qualche altra nazione possa prendere esempio da investimenti così importanti e decisi per la crescita del turismo del surf. La domanda nel mondo del surf è aumentata in modo esponenziale negli ultimi 3 anni. Per questo l’affermazione di nuove destinazioni può aiutare ad accontentare tutti e contribuire a rendere gli spot meno affollati.