Nei giorni in cui l’Italia del surf giovanile si sta battendo alla pari con le grandi d’Europa a Santa Cruz, dalla Fisw riceviamo un messaggio chiaro, inequivocabile: “Il livello è pazzesco ma noi ci siamo, questi ragazzi si meritano il mondo. Stiamo zitti fino a giovedì. Comunque vada ogni risultato non è per oggi, ma per domani. È sempre una rincorsa: stiamo costruendo per la prossima generazione”.
Rocco Rigliaco è un bambino di 9 anni (compiuti il 5 Luglio, un giorno prima della nostra chiacchierata) che vive tra Bali e Cervinia. Figlio di Caroline ed Alessandro, surfista d’esperienza e con un passato nel circuito nazionale open. Partendo insieme a due amici (poi diventati soci) da Latina, Alessandro è riuscito a farsi strada a Bali, dove ha lanciato la catena di ristoranti “La Baracca”. Se siete stati a Bali è possibile che abbiate colmato l’improvvisa mancanza di pizza e pasta con una cena alla Baracca. Parentesi: si dice che a Giava abbiano imparato a fare la burrata. È vero. C’è un ragazzo italiano che tra Giava e Bali sta provando con il latte locale a rifare tutti i formaggi tipici della nostra cucina: taleggio, fontina, bufala e burrata. La burrata è quella che gli riesce meglio, molto simile alla nostra. Alla Baracca fanno una pizza con la burrata epica, la preferita di Rocco e Leo Fioravanti. Scusate per questo retroscena ma per anni da frequentatore di Bali ho sentito questa leggenda e finalmente Alessandro mi ha saputo dare la risposta.
Rocco Rigliaco, per tutti Rocchetto e su Instagram @rockismo, è un bambino di 9 anni che si lancia senza paura nei tubi dell’Indonesia. La Fisw ha già gli occhi sulla prossima generazione e sta coltivando Rocco, Dani Mereu, Francesco Anglani, Jamie Vaglio, Samuele Agliani, Michael Monteiro e molti altri mini surfer che stanno venendo fuori ripercorrendo la strada di Leonardo Fioravanti. Alt! Mi arrogo il diritto di specifica: “ripercorrendo la strada” in questo caso significa vivere all’estero per inseguire una carriera nel surf. Stiamo parlando di bambini di 9, 10, 11 anni, materiale prezioso da maneggiare con cura. No stress.
Seguiti dai genitori, tutti questi piccoli e scatenati surfisti vengono esposti quotidianamente su Instagram, quindi è chiaro che possano già essere oggetto di un articolo o di un’intervista, come in questo caso. Con Alessandro e Rocco Rigliaco ho avuto modo di passare del tempo a Marzo, durante il Meo Pro Portugal: Roby D’Amico è cresciuto insieme ad Ale, quindi ci ha presentati e sono stato subito colpito dai comportamenti di Rocco. Farsi un’idea da Instagram è sempre sbagliato, ma puntualmente ci ricasco. Se come me siete curiosi di conoscere meglio le persone dietro la splendida vita raccontata tramite le avventure di @rockismo mettetevi comodi perché si parte!
Com’è chiaro da foto e video allegati all’articolo, Rocco Rigliaco è un piccolo charger che col caschetto giallo si infila in caverne di tre o quattro volte la sua altezza. Rompo il ghiaccio così: preferisci surfare i tubi in frontside o backside?
Tutti e due (ride, ndr).
Ma come fai a prendere queste onde? Le remi da solo o ti danno una spinta per entrare nell’onda?
Se c’è tanta swell mi spinge mio papà e gli altri sulla lineup sono sempre gentili a lasciarmi andare.
Ti dà sicurezza avere un papà surfista oppure a volte vorresti dirgli “dai papà, lasciami pendere da solo quest’onda, ce la posso fare da solo”?
Quando è grosso sono felice di averlo.
Ma se qualcosa va storto su un’onda grande come quelle che stai prendendo adesso, come te la cavi? Come reagisci in quella situazione?
Alcune volte sono stanco e magari mi spavento, quindi cerco di nuotare verso la superficie. Se sto sotto tipo 5 secondi poi soffro (ride, ndr), però succede quasi mai. Di solito penso a rimanere fermo ed aspetto che il mare si calmi.

Ci sono mai bambini della tua età in acqua?
A Telescopes quei giorni pochi. Ne ho visto solo 1, un brasiliano.
Per dare un’idea alle persone che leggeranno questo articolo, le tue tavole che misure hanno?
Per le onde piccole uso una 4.6, mentre il mio standard shortboard è 4.8. La tavola step-up con cui prendo le onde grandi è 4.10.
Rocco è molto confident con onde potenti e tubolari, onde cattive ma spesso perfette. A Bali, come ci raccontava anche Giada Legati, è davvero difficile allenarsi su onde brutte, che poi sono quelle su cui ti costruisci una carriera. Questa è la premessa alle due prossime domande.
Con il tuo allenatore (Ivan Villalba di Elite Surf Coaching) vi capita mai di fare anche delle session col mare choppato e vento on-shore? Perché io ti ho visto, hai il fisico di un ometto in miniatura, ma surfando tanto onde perfette forse la parte di gestione delle energie e lettura del mare attivo la devi ancora acquisire. È così?
Sì capita di fare questo tipo di allenamenti, col mare un po’ brutto. Però quando vengo in Europa nei mesi autunnali sicuramente miglioro questa parte.
Ultimamente cosa ti sta insegnando Ivan a livello tecnico?
Quando faccio il bottom in backside mi dice di aprire la mano per andare più verticale verso il lip e poi quando arrivo su, di girarmi veloce per toccare il longherone della tavola verso il nose. E poi di rimanere così (si accovaccia e sparisce dall’inquadratura, ndr).
Ma la scuola invece? Come fai a seguirla?
Sono iscritto qui ad una scuola internazionale, facciamo tutto in inglese con il metodo Cambridge. Per più di 6 mesi sono a Bali e vado con i miei compagni in classe, quando torno in Europa seguo le lezioni online.
Ah già, perché tu passi l’inverno facendo base a Cervinia, vero?
Sì, siamo a Cervinia perché mamma e papà gestiscono un rifugio durante l’inverno. Io faccio snowboard ma non lo cambierei mai col surf.
Eppure sei bravo, mi ricordo di alcuni video che mi avevi fatto vedere in Portogallo. Ci sono dei trick che dici “ok questo lo so fare sullo snow, me lo riporto in mare”?
Sì tipo l’air reverse. Io sono regular sul surf e goofy sullo snowboard, quindi per fare air reverse sul surf è come fare switch frontside 360 sullo snowboard, è lo stesso movimento. Nello snowboard quel trick ce l’ho, lo chiudo. Nel surf devo ancora riuscirci.

Senti Rocco a 9 anni è difficile fare questa domanda, dimmelo senza che papà ci senta: ma tu da grande che vuoi fare?
Essere un pro surfer e raggiungere il campionato del mondo.
L’ultima: chi sono i tuoi surfisti preferiti?
Ce ne ho solo uno: Leo. Leonardo Fioravanti. Non guardo nessun altro.
Affetto e stima perfettamente ricambiati da parte di Leo, che coccola e motiva Rocco, facendosi sentire anche da lontano e riservandogli delle attenzioni che non aveva mai dato a nessuno dei giovani o giovanissimi surfisti italiani. Se in tanti anni ho imparato a conoscere un minimo Leonardo Fioravanti, so che mi risponderebbe: “perché se lo merita”. Prima di mettergli in bocca parole non sue però, ho deciso di scrivergli per avere un suo commento ufficiale. Sentite la versione di Leo su Rocco:
“Per prima cosa gli sto sempre così vicino perché lo vedo come un fratellino. Sto soltanto facendo per lui quello che mio fratello Matteo e suo papà Alessandro hanno fatto per me quando avevo 7/8 anni, mi portavano ovunque a surfare in tutta Italia e poi in Europa. Il secondo motivo per cui supporto tanto Rocco è perché ha delle grandi potenzialità: non esiste nessun bambino di 9 anni al mondo che sappia fare dei tubi in backside come lui. Questo mi dà tanta gioia, ma sarei così con lui anche se surfasse meno bene. L’importante è che a quest’età si diverta e che cresca amando il surf. Non sai mai cosa succederà da grande ma Rocco vive per il surf: guarda tutti i video, tutte le gare, sveglia il papà per portarlo al mare la mattina presto prima della scuola. Questo dice tanto della sua mentalità, ha solo 9 anni. Comunque sia io non smetterò mai di motivarlo e di stargli vicino”.
Con anche la benedizione di Leo siamo più tranquilli nel dire che Rocco Rigliaco è il volto della new generation del surf italiano. Non perdetelo di vista.