Stanchi e salati. Con le labbra tagliate dal vento, gli occhi rossi pieni di sangue e l’anima rinsavita dal mare. Le mute gridano pietà. Sono secche come la crosta delle focacce appena sfornate all’alba, di cui in questa pazza settimana ligure abbiamo fatto incetta. Come di onde del resto. La grande mareggiata che si è appena conclusa è stata storica per diversi motivi, soprattutto perché abbiamo finalmente visto fare il surf sull’onda più fotografata d’Italia. Leonardo Fioravanti ed Edoardo Papa sono stati strepitosi, non siamo abituati ad uno spettacolo simile. Condizioni così pesanti, qui, non le avevamo mai viste. Tanta misura, tanto periodo, tanta difficoltà ed un briciolo di pericolo. Le onde migliori erano quelle che rompevano difronte al molo e Leo non trovando l’uscita da una caverna, ha seriamente rischiato di finire in braccio alle rocce. Roby D’Amico, preoccupato, siccome era appena uscito ha corso sul molo per sincerarsi che Leonardo fosse riuscito a sconfiggere la corrente che lo spingeva contro gli scogli mentre dei set di quasi 3 metri continuavano a frangergli in testa. Passati 10, 20, 30 secondi vediamo rispuntare la testa e le spalle larghe di Leonardo Fioravanti dall’altro lato del molo di Varazze, difronte al fiume. Parliamo del nono surfista più forte del pianeta nel 2023.

Tubetti in Versilia come entrèe
Le mappe si tingono dei nostri colori preferiti. Prima il blu scuro, poi il viola ed infine le sfumature di rosso con interferenze di giallo ocra: qualcosa di epico si staglia all’orizzonte. “È troppo grosso, sarà insurfabile” – dicono in molti. Stranamente però in Liguria non si trova una stanza libera, i parcheggi sono invasi dai camper e tutti attendono con ansia l’arrivo della grande mareggiata. Il Mar Tirreno scalda i motori nella giornata di mercoledì, il classico surf mediterraneo: sporco, incrociato e ventoso con acque putride e nuvole che oscurano il cielo. Il giovedì si tinge d’oro.




Troviamo un’incredibile session nel mare della Versilia che si sveglia a rilento e ci fa credere che l’unica soluzione per strappare una surfata sia quella di partire già verso nord. Invece no, l’attesa ci ripaga: insieme ad Edoardo Papa, appena recuperato all’aeroporto di Pisa dopo un mese trascorso in Portogallo, usciamo di casa con muta e tavola sotto braccio dopo una rapida occhiata: “Dai le onde ci sono, un bagnaccio lo strappiamo”. Nemmeno il tempo di stringere il leash alla caviglia che il vento da terra inizia a spirare lieve per poi rinforzarsi con il passare dei minuti. Le folate di tramontana danno forma all’onda che all’improvviso si presenza sensuale e pronta ad accogliere temerari surfisti nel suo caldo ventre.
“Ci sarà anche Leo Fioravanti”: chat surf impazzite, le voci si rincorrono
Nei giorni precedenti all’inizio della grande mareggiata, nelle chat surf di quelli più introdotti inizia a circolare la voce che Leonardo Fioravanti sarebbe venuto dalla Francia apposta per surfare in Liguria. Sapevamo che ci sarebbe stato anche Roby D’Amico con lui, apprendiamo che è un progetto finanziato da K-Way che uscirà su Stab. Le voci si rincorrono e qualcuno dagli spot di zona fa sapere addirittura che i locals più influenti sono stati contattati per avvisarli della cosa, un gesto di grande rispetto da parte di un gruppo di surfisti al di sopra di ogni sospetto. La mattina nei dintorni dello spot di Leo Fioravanti non c’è traccia e noi facciamo finta di non sapere che era in viaggio da Milano e che sarebbe arrivato di lì a poco. Nel frattempo Roby ed Edoardo non deludono la folla presente sul molo e si cacciano in un paio di caverne senza senso. Il mare stavolta è troppo grande anche per gli eroi della domenica: qualcuno la tenta ma torna a casa sconfitto, senza nemmeno riuscire a fare il primo duck dive. Fuori saranno in 15, massimo 20: tutti nomi noti e qualche charger locale.






Intorno alle 10 gli occhi si allontanano dalle onde e tutti guardano verso il parcheggio, è arrivato Leo. In pochi secondi ha già la muta addosso e si lancia entusiasta a caccia del tubo. L’onda della mareggiata però è quella di Edoardone nazionale:
“Abbiamo preso dei set in testa giganti, è un buon allenamento per le Hawaii. Quest’onda però mi ricorda Margaret River”
Leonardo Fioravanti appena uscito dalla session


In tarda mattinata il mare esplode definitivamente lasciando poco spazio alla fantasia. Si torna a surfare al tramonto, onde sempre impegnative ma decisamente più fattibili, niente di paragonabile a quelle della mattina.
Sabato di siesta con passaggio rapido ad Alaïa Bay
Il giorno seguente la grande mareggiata si prende una pausa concedendo ai numerosi avventori la possibilità di surfare e di osservare da vicino il loro idolo. Per fortuna diciamo noi, siamo costretti a raggiungere Alaïa Bay in Svizzera per seguire la Winter Cup e non ci saremmo mai voluti perdere un’altra giornata epica. Dopo aver passato letteralmente tutto il giorno sotto al nevischio ed al gelo, le notizie che ci giungono dall’Italia sono confortanti: “Non era nulla di che”. All’ombra delle Alpi svizzere ci siamo comunque gustati dell’ottimo surf: il francese Kyllian Guerin ed il brasiliano Franklin Serpa hanno messo su uno show niente male. Stiamo lavorando personalmente con Alaïa per mettere in piedi un evento simile che coinvolga i migliori surfisti italiani.



Dalle Alpi al mare: la grande mareggiata, atto II
Alle 7:30 siamo già in piedi. Da una parte la colazione e dall’altra il computer, non c’è tempo da perdere e visto che il mare è sempre troppo grosso preferiamo portarci avanti con il lavoro prima di tornare in Italia. Al confine becchiamo una fitta nevicata ma non ci facciamo di certo scoraggiare. Alle 15 in punto parcheggiamo la nostra macchina sotto l’hotel che ospita tutta l’élite del surf italiano. Fa un po’ strano, di solito succede al mondiale in Portogallo. Ma le onde come sono? Nulla di che. Il mare è gonfio ed il vento di traverso lo sporca leggermente. Oh non fraintendeteci, nulla di che per gli standard dei giorni precedenti, ma era comunque firing. Ci godiamo i colori del tramonto e facciamo un planning per il giorno seguente che dalle previsioni sembrava quello più divertente di tutta la grande mareggiata.





Il lunedì che tutti vorremmo
Ci sono lunedì tristi, cupi e passati 8 ore incollati ad una scrivania. Spesso c’è da recuperare gli arretrati del weekend e da organizzare una nuova settimana lavorativa. Un vero incubo che il surfista mediterraneo conosce bene. Questa volta però la sveglia che suona presto non è un dramma, l’affollamento in line-up fin dalle prime luci dell’alba invece sì. È il giorno più surfabile, misura contenuta ed onde manovrabili spingono anche i surfisti meno esperti a raggiungere il picco. Il paradosso è vedere Leonardo staccare air giganti e nel frattempo trovarsi imbranati con il softop ostacolargli la chiusura e rischiare di farsi molto male. Vi ricordate la nostra frase sotto al post di Ferreira che firma con Decathlon?: “La facile accessibilità non sempre è un bene, anzi può essere un grande pericolo”.





Tra un carve potente e l’altro, le onde vanno pian piano a spengersi. I parcheggi si svuotano e le autostrade si riempiono di tavole sui tetti delle macchine. La grande mareggiata è giunta al termine, ci godiamo gli ultimi set tra pochi amici e ci riposiamo un po’ perché tra poco arriva il maestrale e ci sarà da mettersi nuovamente in marcia.