Con due anni di contratto rimanenti e dopo ben 8 stagioni insieme, le strade di Italo Ferreira e Billabong si separano definitivamente con il brasiliano che passa clamorosamente a Decathlon. Il colosso sportivo francese strizza l’occhio al surf da ormai qualche anno ma con questa mossa piazza sul banco una puntata che fa tremare tutti i giocatori seduti al tavolo. Dopo la prima (e poco fortunata) apparizione nel World Championship Tour con Maxime Huscenot, Decathlon pesca grosso e porta nel team il campione olimpico in carica che dopo la conquista dell’oro a Tokyo si è un po’ perso. Adesso però Italo ha voglia di riscatto.
Cosa ha causato la separazione di Italo Ferreira da Billabong?
L’entrata di Italo Ferreira in Decathlon ha sorpreso tutti, non c’è dubbio. Ma ad alimentare il mistero è il perché abbia lasciato Billabong. Al contrario di quanto si pensasse, ovvero che il contratto del brasiliano fosse in scadenza e non si fosse trovato un accordo per il rinnovo, il gruppo Boardriders ha fatto sapere che la decisione è stata presa dai vertici aziendali. La motivazione è clamorosa: Italo non rappresentava il brand e spesso vestiva abbigliamento di altri marchi, promuovendo anche attività di amici o conflittuali. Dunque Boardriders ha colto la palla al balzo per disfarsi del pesante salario di Italo, che ammontava a 1.5 milioni di dollari annui.

Decathlon & Italo Ferreira: l’unione che scuote l’economia del surf
L’economia del surf vive costantemente sul filo del rasoio. Le aziende sono quasi tutte in perdita, le mute restano sugli scaffali e le tavole da surf hanno raggiunto prezzi esorbitanti favorendo il mercato dell’usato. Dell’abbigliamento non parliamone neanche, i surfisti ormai non vestono più da surfisti, ma vanno in giro con sneakers e magliette monocolore. In mezzo a questa crisi settoriale però c’è chi gode. Decathlon con prezzi super competitivi e produzione di massa abbatte i costi e punta alla fetta di mercato più ampia, quella dei principianti. I beginners non sanno cosa comprano, non hanno pretese e puntano al risparmio: sono facilmente influenzabili e si lasciano trasportare dai loro idoli. Senza contare i 2080 punti vendita sparpagliati in 56 paesi del mondo che costituiscono una presenza capillare sul territorio che nessuno può vantare non solo nel mondo del surf, ma dello sport in assoluto. Per un termine di paragone, Adidas ha 1990 store globali, Nike 1032.

Ecco che la combo Italo Ferreira + Decathlon diventa devastante. Dopo aver conquistato la Ligue-1, massima competizione calcistica di Francia, sponsorizzandola e fornendo i palloni ufficiali del campionato, l’azienda di Lille punta tutto sul surf. Negli ultimi 5 anni infatti il catalogo prodotti della linea Olain dedicata al surf è aumentato notevolmente così come gli investimenti pubblicitari. Non solo mute e softop ma anche accessori comodi come ad esempio i rack portatavola per le bici e per casa, i mat per cambiarsi, le sacche stagne ed un’altra serie di prodotti molto convenienti. Con una potenza economica senza rivali, Decathlon spaventa e sembra esser pronta a dare il colpo di grazia ad un mercato già a terra.
L’ultimo mistero da risolvere: perché l’adesivo Decathlon non è già sulla tavola di Ferreira?
Se Decathlon ha già ufficializzato la notizia attraverso i propri canali social, Italo Ferreira si è limitato soltanto a commentare un post e ad annunciare il termine del suo rapporto con Billabong. Nelle ultime foto postate infatti, il brasiliano compare sempre marchiato Red Bull e non ha ancora applicato adesivi sulla punta della sua tavola. È ancora da capire la tipologia di collaborazione tra le due parti.
È molto strano che un’azienda annunci un nuovo atleta ma che quest’ultimo non faccia nemmeno una comunicazione al riguardo. L’opinione pubblica è d’accordo sul fatto che se Ferreira ha accettato l’offerta di Decathlon in ballo deve esserci un bel gruzzoletto. Oppure nessuno era disposto a spendere per un atleta che fatica a tornare competitivo?

Tra i commenti social se ne legge uno ricorrente che fa sorridere: Italo si vergogna. Ipotesi particolare ma non sarebbe da meravigliarsi, lui è uno molto attento allo stile e alla sua figura ed il brand transalpino non è ben visto dai surfisti più core, ancor meno dalle aziende che lo accusano di viziare il mercato. C’è chi sostiene che la sponsorizzazione passi attraverso l’Istituto Ferreira, una fondazione senza scopo di lucro destinata allo sviluppo dello sport minorile ed al supporto nello studio. Speculazioni a parte, di sicuro c’è solo il silenzio di Italo che da ormai 3 settimane dall’annuncio non si è ancora esposto. Un’altra ipotesi è che Italo debba ancora risolvere alcune questioni legali inerenti all’uscita dal contratto con Billabong.
L’annuncio è stato accolto in maniera fredda. 800 like, pochi commenti e poco entusiasmo. In un movimento sempre più scisso, dove da una parte si schierano i veterani e dall’altra i novizi, l’acquisizione di Italo da parte di Decathlon fa da spartiacque. I commenti negativi al riguardo non si sono fatti attendere: le accuse spaziano dal venduto al finito, ma certo è che l’avventura di Ferreira con Decathlon non è iniziata in maniera scintillante. Nell’attesa di vedere l’evoluzione della faccenda, vi poniamo una domanda: avete mai acquistato o pensate di acquistare prodotti Decathlon? Un sondaggio tra amici e conoscenti (mediamente tutti con una certa esperienza, questo va detto) ha avuto un risultato abbastanza chiaro: no. I pochi che hanno azzardato l’acquisto di una muta invece si sono pentiti e giurano che non lo faranno mai più. Staremo a vedere. Se si dice che i soldi non comprano la felicità, magari potranno aiutare Decathlon a sviluppare prodotti migliori.