Superato il fatidico mid-season cut è tempo di qualche riflessione. No, non fraintendetemi, non quelle infinite (e direi inconcludenti) analisi che hanno l’ambizione di prevedere tutto e tutti. Semmai la mia aspirazione può essere sottolineare alcuni punti. Quelli a parer mio maggiormente interessanti. Con la speranza di rendere queste Challenger Series ancora più intriganti per tutti noi appassionati.
E quindi iniziamo. Quattro brevi “Top Stories”, scritte durante il Gold Coast Pro, che ci faranno seguire le CS in modo diverso…
This is the year. Eh sì, questo potrebbe essere l’anno buono
È trascorso un po’ di tempo dal lancio delle prime Challenger Series. Un’idea promossa dal winfreyano Erik Logan per creare più entertainment, più pathos, più vittorie e sconfitte, più trionfi e tragedie. Qualcosa certamente più affine al business che allo sport in sé, eppure, come sostenne Paul Evans su Stab, forse molto più collegato ai bisogni dei fan di quello che possiamo immaginare. In fondo a una necessità (giusta o sbagliata che sia) Logan ha risposto con un prodotto – il format con mid-season cut e Finals (perfezionabile certo) – che promuove proprio questo genere di storytelling. Poi ovviamente non è facile passare dalla teoria alla pratica. E infatti in questi primi anni di “bug” ce ne sono stati parecchi. Dalle carriere finite in anticipo (Julian Wilson, Conner Coffin, Owen Wright) a quel tanto pubblicizzato mix generazionale che sembrava non arrivare mai, fino a quei surfisti da “one and done” (Morgan Cibilic) rimasti intrappolati nelle insidie del secondo Tour WSL.
Quest’anno però sembra diverso. Nel CT diversi rookie si sono salvati e, di conseguenza, qualche nome di un certo peso è stato relegato nelle CS come Caio Ibelli, Sammy e Miguel Pupo, Callum Robson. Il ritiro per questi surfer non è previsto (forse ad eccezione di Ibelli), e in più nessuno di questi potrà beneficiare di una wildcard per la prossima stagione, dato che sono state già assicurate a Filipe Toledo e João Chianca. In parole povere: o si ritorna su con le CS oppure bye bye Tour…
E lo stesso discorso, persino più estremizzato, vale per la categoria femminile. Lakey Peterson, tagliata dal CT, beneficerà comunque di una WC per il prossimo anno (insieme a Steph “Gr8” Gilmore), ma per quella manciata di posti (solo 5) assicurati per accedere al Championship Tour 2025 ce ne saranno molte a sgomitare, compresa la mitica Sal Fitzgibbons. E pensare che questo è un anno di bye sia per Carissa Moore sia per She- GOAT, altrimenti era probabile che nelle CS venisse relegata anche Tati Weston-Webb.
Eh già, i tempi di quando il buon Jadson Andre rompeva il sistema riqualificandosi continuamente via QS pur retrocedendo dal Tour sono ben lontani…
Welcome back Snapper!
No, il titolo non si riferisce alle Challenger Series ma proprio al Championship Tour. La WSL ha infatti da poco reso ufficiale il ritorno di Snapper Rocks dal 2025 grazie a un accordo stipulato con Experience Gold Coast, and Tourism and Events Queensland fino al 2028. La prima tappa delle CS verrà quindi inserita nel calendario del Tour e già questo rende questo Gold Coast Pro una bella anticipazione della prossima stagione. Ciò potrebbe anche essere letto come una prima mossa del nuovo CEO Ryan Crosby, ma è molto più probabile che sia una conseguenza di un accordo già abbozzato in precedenza. Del resto, nonostante le Finals a Trestles, la WSL si sta sempre più avvicinando all’Australia, con delle
specifiche assicurazioni (il mid-season cut a Margies ad esempio) che rendono proprio le tappe australiane più ricche di emozioni. L’aggiunta di Snapper – e potenzialmente anche di Kirra – delinea così un triplo appuntamento nella terra dei canguri, portando, almeno secondo le previsioni nel caso di Snapper, circa 14.000 persone sulla spiaggia con un giro di affari di quasi 3 milioni di dollari. Già, business is business.
Kelly si ritira. Yes. No. Maybe.
The last dance di The GOAT. L’ultima heat della carriera di Slater. Margaret River chiude un cerchio. Quanti titoli di questo genere abbiamo letto in questi giorni? Tanti. Anzi, tantissimi. Poi però il diretto interessato – che non ha mai parlato di ritiro – ci pensa su e trova subito qualche altra cima da scalare. Prima le due wildcard a Tahiti e Fiji (eh sì, perché quelle per la prima metà dell’anno prossimo sono già occupate), poi l’intervista su Stab al suo nuovo allenatore (!) Glenn “Micro” Hall, e infine l’inserimento nel draw del primo contest delle CS. Non male per un surfista che doveva mettere la tavola in soffitta.
E poi, metti caso che gli ritorni una certa voglia? Magari proprio spinto dal suo coach, ingaggiato forse per ricordargli tutte le mattine “You’re Kelly f**king Slater. Don’t you forget it!” (sì, questa l’ho presa da C’era una volta a… Hollywood). Insomma, mai scommettere contro The GOAT.
Okay, facciamo qualche pronostico.
Questa “Top Stories” la facciamo brevissima. Oltre ai surfisti retrocessi dal CT, che di norma hanno ottime possibilità di rientrare l’anno dopo, c’è qualche altro cognome da segnalare. Dopo le due tappe a Bells e Margaret River sicuramente George Pittar, mai come ora deciso a strappare il pass per il Tour. Poi Morgan Cibilic, che fonti dicono essersi allenato con grande intensità. I ventenni Jackson Bunch e Joel Vaughan per la (super) new generation. Lucca Mesinas. Il diciottenne spagnolo Kai Odriozola. Senza dimenticare gli ex CT Joan Duru, Kolohe Andino, Michael Rodrigues, Nat Young e l’immancabile Jadson Andre.
Invece per la categoria femminile, sempre oltre alle surfiste appena tagliate, prestate attenzione alla sedicenne Erin Brooks (già l’anno scorso nona nelle CS) e poi a Francisca Vaselko, Macy Callaghan, Vahine Fierro, Sophia Medina e Zoe Benedetto. Aggiungiamoci anche Sierra Kerr.
80 uomini. 48 donne. Solo 15 posti a disposizione.
Sì, ci sarà da divertirsi.