Ammetto che i surf movie possono risultare noiosi anche agli occhi del più incallito degli appassionati, soprattutto perché è difficile al giorno d’oggi riuscire ad inventarsi qualcosa di nuovo. Vale per il surf come per le serie tv ad esempio: non so voi, ma io ne consumo molte meno rispetto ad anni fa, le nuove uscite non mi attirano se non perché 1) sono un prequel, sequel o spin-off di qualcosa che ho già visto e gradito, 2) vedono coinvolti attori famosi e 3) sono la trasposizione cinematografica di storie vere. Quando si tratta si valutare un surf movie entrano in gioco altre dinamiche. Vale sempre il tema degli “attori famosi”, anche se i canali YouTube hanno un po’ anestetizzato l’emozione della nuova uscita. Penso alla lotta impari tra un “View from a Blue Moon” di John John Florence e gli innumerevoli pur gradevoli video che escono periodicamente sul suo canale. Sinceramente non ci sto dietro: non vado a guardarli di proposito, ci clicco solo se mi capita.
Nell’ultima settimana mi sono dovuto ricredere: da 0 a 100, sono stati lanciati online tre, quattro progetti da consumare tutti d’un fiato. Mi hanno fatto talmente effetto che appena terminata la visione mi sono messo a scrivere questo articolo. Per consigliarvi di andare a guardare questi video di surf, e per condividere qualche impressione. Ve li presento nell’ordine in cui gli ho scoperti:
Chasing the Unicorn: in Mozambico per fare la conoscenza di “African Kirra”
Chi segue e si interessa sa bene che il Mozambico ha tante onde, non è la prima volta che vediamo la nazione posizionata nell’angolo sud-est dell’Africa in un surf movie. Jordy Smith racconta anche in “Chasing the Unicorn” di andarci regolarmente da più di 15 anni, ammettendo contestualmente che ogni volta scopre sempre qualcosa di nuovo. La costa affacciata sull’Oceano Indiano ed in parte coperta dal Madagascar è lunga quasi 2500 km. Il surf si è sviluppato maggiormente nell’area della penisola di Tofo Beach, main spot del paese dove come raccontato nel video i bambini fanno surf nelle ore di educazione fisica a scuola. Tanti personaggi interessanti si prendono la scena durante “Chasing the Unicorn” per raccontare la loro esperienza in Mozambico: dagli expat rimasti a vivere lì dopo aver scoperto le onde nei primi anni dopo la guerra per l’indipendenza dal Portogallo (terminata nel 1975), ai ragazzi come Sun ‘Min’ Cho e Julia Fernando, prodotto della prima generazione di surfisti locali impegnati personalmente nell’insegnamento del surf ai più giovani. Il surf film di 33 minuti si conclude con una lunga parte girata in uno spot rinominato “African Kirra”, una destra tubolare con acqua trasparente, lunghissima ed altrettanto veloce. Special guest della session: Mikey February.
Bryce Young – Following the Fall Line: è questa
la miglior rivelazione di sempre?
Incapsulata nel titolo si trova una dura verità: non conoscevo Bryce Jones, crocifiggetemi. Avrei dovuto, lo so. Alcuni amici che di mestiere non scrivono di surf lo seguivano da tempo, amici cultori dello stile e delle tavole alternative. Adesso però che io per primo ho confessato la mia negligenza, ditemi onestamente quanti fossero a conoscenza del talento smisurato di questo ragazzo australiano. Sono pronto a scommettere che almeno l’80% delle persone che leggeranno questo articolo avranno come me una vera e propria rivelazione: chi è Bryce Young?
E soprattutto: ma che sport fa Bryce Young? Il surf anche ad altissimi livelli rischia di diventare ripetitivo, torno a ripetere noioso, che è una parola forte ma a mio giudizio azzeccata. Per 48 minuti di surf offerto da needessentials, che dopo aver lanciato al grande pubblico Torren Martyn è riuscita a ripetersi, Bryce Young si muove sull’onda come non ho mai visto fare a nessuno. Inevitabile il paragone con Torren, dato che entrambi utilizzando tavole alternative: Bryce è più tecnico, spettacolare ed innovativo. Impressionante la parte in cui surfa un alaia con un controllo di un altro pianeta, infilandosi anche in delle caverne di contropicco.
Non c’è una vera e propria storia di sottofondo, ma francamente stavolta non ne ho sentito il bisogno. Il modo di leggere l’onda e di Bryce Young è completamente fuori dagli schemi. E siccome non saprei cosa aggiungere, invito a schiacciare subito play sul video qui sotto.
Saudade: Victor Bernardo è il gemello di M-Feb ma più underground
Un altro di quei surf movie che come “Following the Fall Line” si regge sul talento del protagonista anziché su una vera e propria storia, cosa che invece fa “Chasing the Unicorn”. Di nuovo: in genere mi annoio anche a guardare Dane Reynolds dopo venti, trenta, quaranta onde ma 5.22 minuti di Victor Bernardo su curiose tavole Album si digeriscono piacevolmente.
Una fotografia di altissimo livello è ciò che ci si aspetta da un brand come Album, che fa della cura dei dettagli e della personalizzazione più spinta il suo marchio di fabbrica. La voce narrante di Victor in lingua originale (portoghese) aggiunge un tocco di autenticità e trasporto emotivo. Del surf che dire? Mi rimanda a Mikey February, Victor Bernardo ha quelle movenze lì. Consiglio soltanto di non guardare Saudade dopo il video di Bryce Young perché non gli renderebbe giustizia.
Cult of Freedom: the Shaun Part. Un surf movie come quelli di una volta
Un surf movie artistico e ricercato, di quelli che piacciono al mio socio Tommaso. Riconosco tanta Western Australia – cinematograficamente e surfisticamente spettacolare l’apertura a The Box – e dell’Indonesia, il protagonista è Shaun Manners, free surfer super punk nato a Subiaco nel 1998. Sì sì, avete capito bene: Subiaco. Non questa, il paesino alle porte di Roma turisticamente noto per il Sacro Speco di San Benedetto.
Subiaco questa, vicino Perth, la cui struttura architettonicamente più rilevante (stando a Google Images) è il municipio in foto.
Povero Shaun, ma che ne può sapere? Quantomeno crescere in un contesto storicamente poco stimolante ha indirizzato le sue attenzioni verso il surf, attività ludica in cui Manners eccelle. In Cult of Freedom mette in mostra il tipico repertorio dell’australiano ignorante (ignorante nel senso di “gnarly”, è un peso come direbbero in Toscana) perfetto per un surf movie messo insieme per impressionare: air giganti spacca ginocchia, tubi da kamikaze e solidi curvoni su treni abbondantemente overhead.