Andiamo a Maui per conoscere Pio Marasco, il boss di Maui Fin Company, nonché la persona che disegna le pinne di Kai Lenny. Un altro incredibile personaggio venuto fuori dalla scena del windsurf, proprio come Riccardo Giordano, suo compagno di avventure. Per Pio, maestro delle pinne e serio conoscitore di tavole, gli sport acquatici sono tutti connessi: “Dalle dinamiche delle discipline con la vela ho imparato tanto, trasportando molti concetti nello sviluppo delle pinne per il surf”. Pio Marasco, nato nel 1970 a Napoli, si è trasferito a Maui quando aveva 18 anni e lì ha avuto subito l’occasione di lavorare in fabbrica da MFC: “All’inizio spazzavo per terra ed impacchettavo le pinne, fu una botta di culo incredibile trovare un posto lì. Poi piano piano mi sono fatto strada imparando il mestiere”. Nonostante ormai sia a pieno diritto un hawaiano d’adozione, Pio oltre allo slancio creativo tipico della nostra gente ha anche mantenuto l’abitudine di gesticolare come un pazzo, potete verificarlo su YouTube. È fantastico parlare di surf così.
Veniamo alla sostanza. Kai Lenny e pinne: gli argomenti caldi del podcast. Pio Marasco conosce Kai Lenny da quando era un bambino, mi racconta che lavorare con lui è un po’ come il “family time”, una specie di rapporto zio-nipote. Ma quindi, che persona è Kai? Risponde Pio: “Ragazzi dovete capire che Kai quando esce in mare con qualsiasi tavola, vela o strano aggeggio non sta surfando come farebbe uno di noi. Lui crea, inventa nuovi stili, nuovi modi di andare veloce su una tavola”. Eccezionale, rende l’idea. Però gli chiedo un esempio. Mi accontenta: “Con Kai faccio ricerca e sviluppo sulle pinne da big wave, quelle che lui usa a Jaws. Allora solitamente ci si concentra nella stagione invernale, quando ci sono le condizioni per testare il prototipo. Ma lui no, sai che fa? Prende il gun, mette le pinne da big wave, e usa il kite per andare a 30 nodi, così replica l’andatura del surf sulle onde giganti. È di un altro pianeta”.
Prima di dare qualche anticipazione sull’argomento pinne credo sia utile riportare alcuni fatti, due in particolare. Maui Fin Company ha prodotto per JS le pinne per i twin fin Red Baron e Black Baron, una collaborazione che Pio racconta con orgoglio: “Da quando sono uscite sul mercato quelle pinne JS ha avuto un forte aumento di richieste per le tavole con pinne Futures, perché noi lavoriamo solo con l’attacco Futures, lo preferisco. FCS2 oltre ad essere un sistema brevettato ha problemi di affidabilità quando le onde si fanno più consistenti, è capitato a molti ragazzi di perdere una pinna”. Tornando al discorso di JS, Pio aggiunge: “Non volevamo fare una cosa che ci metti un logo sopra e you do marketing, noi i soldi che le altre aziende investono per la promozione li mettiamo nel dipartimento di ricerca”.
Nella home del sito di MFC c’è scritto: fins are the tyres for our race cars, le pinne sono i pneumatici delle nostre macchine da corsa. Una materia oscura e spesso poco chiara a molti di noi. Mi ci metto per primo, dopo 20 anni di surf e 10 buoni in età adulta e consapevole, mi limito ancora a ragionare per taglie e materiali. Sfrutto l’occasione di avere Pio Marasco per chiedergli un consiglio. Occhio perché questa potrebbe sconvolgere tutte le vostre convenzioni, io ci sono andato in crisi. Sentite: “Pinna piccola per onde grandi, pinna grande per onde piccole. Quando surfi un’onda piccola di solito usi tavole più corte, spingi sul tail per curvare e quindi ti affidi molto più alle pinne. Usi poco i rail perché stai sempre nel pocket, devi andare su verticale, generi velocità usando la proiezione della pinna. Nelle onde grandi invece usi molto di più il rail, non hai bisogno di spingere sul tail. Quindi per non disperdere velocità dovresti usare una pinna più piccola”. Ho sempre fatto il contrario, come probabilmente tanti che stanno leggendo. Sentite tutta la puntata per altre perle offerte da Pio Marasco, proprietario di Maui Fin Company.