Immenso e profondo come la nostra anima, spesso il mare è il rifugio da tutti i nostri problemi, anche se per paradosso cerchiamo la pace in mezzo alla tempesta. Il mare ti rapisce, una volta che entri in contatto con lui non puoi più farne a meno. Gli dedichi la vita. Tra i vecchi marinai c’è chi afferma che la morte in mare sia un premio, un onore concesso a chi ha dedicato anima e corpo a quell’infinita distesa d’acqua. La chiamata del mare è arrivata infine anche per Mikala Jones, uno dei suoi figli più fedeli.
Il surfista hawaiano ha lasciato il mondo terreno cavalcando la sua ultima onda nella giornata di ieri, nell’arcipelago indonesiano delle Mentawaii. Jones, 44 anni, secondo la ricostruzione dei fatti, dopo una caduta avrebbe impattato violentemente contro la pinna della sua tavola che gli ha reciso l’arteria femorale senza lasciargli scampo.
La reazione della community
Tantissimi i commenti che hanno accolto con shock la notizia. Da Mick Fanning a Brian Biellmann passando per Kelly Slater, i messaggi di cordoglio sono veri e propri racconti di vita vissuta che fanno capire l’umanità del personaggio: “Le divinità avranno sempre bisogno di noi comuni mortali per farci capire la loro grandezza. Hanno chiamato te, amato da tutti, l’esempio perfetto di essere umano. Goditi la tua eternità tra le onde del paradiso”.
“Ci lascia un uomo rispettato da tutto il mondo, un’ispirazione per il modo più puro di vivere questo sport.”
Roberto D’amico
Roby ha avuto la possibilità di trascorrere del tempo sulla North Shore hawaiana con Mikala e la sua famiglia, ha voluto ricordarlo con questo aneddoto:
Il mondo del surf piange la leggenda
Un uomo che ha ispirato il mondo intero viaggiando in solitaria alla ricerca di onde sconosciute. A renderlo eterno c’è la sua visione, le fotografie ed i video realizzate con la sua GoPro che ci portavano con lui a cavalcare le onde in prima persona e che gli sono valse la copertina di The Surfer’s Journal. Resteranno indimenticabili lo sticker T&C in mezzo alle sue tavole colorate, le video part di Taylor Steele ed il suo amore infinito per il mare.
Mikala era figlio di un dentista, il “Dr. Jones” , noto surfista prima e rinomato fotografo poi (da cui erediterà un gran talento). Insieme ai fratelli Daniel e Malia è cresciuto sulla North Shore hawaiana dove con umiltà e rispetto si è conquistato un posto di riguardo nella line-up di Pipeline. Nonostante si fosse avvicinato alle competizioni fin da giovane, la svolta nella sua carriera è arrivata nel momento in cui ha cominciato ad essere per tutti un surf explorer. In particolar modo la figura di Mikala Jones era legata a Bali, oggi meta inflazionata ma che nei primi anni 2000 era frequentata da pochissimi professionisti guidati proprio dal charger della North Shore.
Mikala divideva la sua vita tra Hawaii ed Indonesia, dove ha scoperto onde leggendarie come Keramas. Più avanti negli anni, con l’aumentare dell’affollamento, Jones utilizzava Bali come base per spostarsi in parti più remote dell’arcipelago. La caratteristica dei suoi viaggi era partire da solo, senza nessuno al seguito, nemmeno fotografi o videomaker. Proprio lì è nata la sua abitudine ad utilizzare una GoPro per documentare le sue session e la conseguente collaborazione con il noto brand di action camera.
“Spesso gli piaceva scherzare con i suoi amici mandandoli fuori strada con indizi depistanti dei suoi viaggi. Altre volte si divertiva a prendere in giro i compagni che con la stessa swell nel raggio di pochi chilometri non riuscivano a prendere onde buone come le sue. Aveva un’abilità incredibile di trovare onde da sogno in totale solitudine, accompagnato solo dalla sua GoPro.”
Jason Childs – Surf Photographer
L’impotenza difronte al mare
Questo accadimento purtroppo mette in evidenza come difronte alla forza del mare siamo tutti uguali. Non c’è capacità tecnica ed esperienza che tenga testa all’imprevedibilità dell’oceano. La morte di Mikala, ennesimo surfista che perde tragicamente la vita durante una session, ci dà modo di riflettere su quanto sia necessario prestare la massima attenzione quando entriamo in acqua. Spesso ci sentite brontolare sulle regole non scritte che il surf si porta dietro dall’alba dei tempi. In molti tra i neofiti si lamentano di comportamenti burberi da parte dei locals. Come ripete saggiamente anche Alberto Carmagnani nell’ultimo podcast, spesso non servirebbe nemmeno il localismo se c’è la selezione naturale. Ed è proprio questo che durante molte mareggiate mediterranee cerchiamo di far capire a chi si è da poco avvicinato a questo sport. L’unico modo che abbiamo per limitare i danni è quello di comportarci con rispetto e consapevolezza dei propri mezzi di fronte alla potenza della natura. Anche i professionisti, nonostante un’incredibile esperienza e preparazione, perdono la vita.
“Ho avuto il piacere di trascorrere diverse stagioni in Indo insieme a lui. Non l’ho mai visto una volta comportarsi in maniera egocentrica. Era sempre amichevole, arrivava in line-up, osservava lo spot clinicamente e dopo essersi posizionato nel punto che riteneva più impegnativo pazientava ed attendeva l’onda giusta.”
Pete Frieden – Surf Photographer
Mikala Jones lascia un’eredità pesante. Che la perdita che il surf ha subito non sia vana. Riflettete ogni volta che entrate in acqua, non fatevi rapire dal vostro ego, portate rispetto al mare e cercate di non bruciare le tappe. Ricordate la storia di Mikala, un figlio del mare che ha cavalcato la sua ultima onda troppo presto.