Lo “shark finning” è la pratica dello spinnamento degli squali e delle razze che avviene a bordo dei pescherecci, gli animali pescati vengono privati delle loro pinne e rigettati in mare. Gli squali mutilati subiscono così un destino atroce: l’impossibilità di nuotare, e quindi di respirare, li porta inevitabilmente a morire agonizzanti sui fondali marini. Liberarsi delle carcasse degli squali è economicamente vantaggioso poiché permette lo stoccaggio nelle stive di un maggior quantitativo di pinne, l’unica parte pregiata dal punto di vista commerciale.
Il fine di questa pratica brutale è infatti la rivendita sul mercato asiatico: considerate l’oro dei mari, le pinne possono raggiungere un prezzo di 600€/kg. L’Europa ne esporta più di 3500 tonnellate all’anno, con la Spagna ed il Portogallo al primo posto nelle classifiche mondiali.
La zuppa di pinne di squalo è il tartufo dell’Asia
La medicina tradizionale asiatica utilizza la cartilagine di squalo come cura miracolosa contro alcune malattie e le pinne vengono considerate un potente afrodisiaco. L’utilizzo più massiccio è dato dalla zuppa di pinne di squalo, che in Asia è un vero e proprio status symbol: il suo prezzo può variare dai 100 ai 400€ a scodella ed è consumata spesso durante le cerimonie.
Seppur le pinne non abbiano alcuna proprietà nutritiva e non apportino nessun beneficio dal punto di vista alimentare, la richiesta di questo prodotto è aumentata negli anni. Storicamente infatti, l’incremento più ripido di catture di squalo si è avuto alla fine del secolo scorso, in risposta ad una politica di riforma e di apertura del mercato cinese. A questa crescita della domanda corrisponde però un declino allarmante degli squali nei nostri oceani. Nonostante nuotino nei nostri mari da oltre 400 milioni di anni e siano sopravvissuti a quattro estinzioni di massa, ad oggi sappiamo che negli ultimi 50 anni le popolazioni di squali negli oceani di tutto il mondo sono diminuite del 71.1%, e i 3/4 delle specie esistenti sono a rischio estinzione.
Dal 2013 in Europa il finning non è più consentito: con il regolamento ‘’Fins Naturally Attached’’ i pescherecci sono tenuti a sbarcare l’animale intero e la separazione può avvenire soltanto in un secondo momento nei porti. Ciò ha permesso un maggior numero di controlli, ma non è servito a contenere le catture di squali che negli anni sono addirittura aumentate. È il caso della verdesca, di cui sono state pescate 53mila tonnellate nel 2016 (quasi 10mila in più rispetto al 2013).
Come si può essere d’aiuto nella salvaguardia degli squali
Mettere al bando il commercio delle pinne di squalo in Europa è quindi necessario per salvaguardare queste specie. L’iniziativa dei cittadini europei Stop finning – Stop the trade promossa da Nils Kluger, mira a fermare l’importazione, l’esportazione e il commercio delle pinne di squalo in Europa. Per far sì che questa proposta di legge venga presa in considerazione dal Parlamento europeo è necessario raggiungere un milione di voti entro fine Gennaio 2022. Per votare basta accedere al link www.stop-finning-eu.org e inserire i propri dati, tra cui il numero del documento di identità.
Abbiamo accolto la richiesta di diffondere la notizia da parte del team italiano di #StopFinningEU, sicuri che ai nostri lettori avrebbe fatto piacere informarsi e partecipare a questa campagna. Ringraziamo Sofia Bolumar Roda per l’articolo.