Julian Wilson si ritira e questa cosa mi mette tristezza. Non è mai stato il mio preferito, tutt’altro: troppo perfetto, il principe del surf australiano, osannato ancora prima di vincere. E questa probabilmente è stata la sua condanna, diventare campione ancora prima di avere il tempo per imparare ad esserlo. Sbagliare, cadere, rialzarsi, perdere e costruirsi uno scudo lontano dai riflettori. Non è stato il mio preferito ma pensare così Julian Wilson mi avvicina al biondo di Newcastle. Che comunque negli anni ha vinto, piazzando sulle mensole della sua casa sulla Sunshine Coast 5 trofei di contest mondiali, tra cui il Pipe Masters, e la coppa del Triple Crown. Smette perché, si legge sui media australiani, “il covid ha reso difficile fare questo lavoro, impossibile da conciliare con lo stile di vita familiare”. I viaggi, le trasferte, quarantene e regole che cambiano di paese in paese. Forse Julian sta facendo soltanto quello che molti di noi in questi 18 mesi hanno fatto senza nemmeno accorgersene: scegliere il luogo del cuore, vivere lontano dalla città e rallentare i ritmi. Nell’era dello smart working e del ripopolamento dei luoghi del cuore, quelle che per noi sono le case tra mare e montagna, forse abbiamo capito che basta poco per essere felici. La famiglia, le passioni, la giusta compagnia e qualche servizio essenziale. Julian sai che c’è? Sono con te.
In questi anni ci hai fatto tanto divertire e per celebrare 10 anni di carriera professionistica al top, ho voluto scegliere 5 momenti Julian Wilson che per me hanno avuto un significato. Per motivi tecnici, d’intrattenimento o personali. Riempiamoci gli occhi di questi 5 highlights, in ordine casuale.
Il sushi-roll
Questo video l’ho consumato da ragazzino, c’ero letteralmente impazzito dietro. Scene da un trip di Quiksilver in Giappone, nel 2007. Qualche strana e romantica coincidenza ha voluto che Julian chiudesse la sua carriera da pro di nuovo in Giappone, per il primo surf olimpico della storia. Parlando del trick, perché questo è chiaramente un trick e non una manovra di surf, mi intrippavo con questo rodeo mixato con un superman perché all’epoca questa roba aerea incontrava perfettamente il mio gusto da 14enne. E poi vogliamo parlare di quanto fosse figo Julian Wilson ai tempi? Fossi stato un marketing manager l’avrei riempito di soldi per spingere il mio brand. Si vede che anche qualcuno alla Nike la pensasse uguale.
La Flame Fish
Il motivo per cui inserisco questo post dal profilo Instagram di Julian Wilson tra i miei 5 momenti della sua carriera è molto personale. Questa tavola ha una storia, la storia più articolata che abbia mai avuto una mia tavola nel pre-acquisto. Vado in Portogallo 4 giorni per una swell a luglio 2020 e cercavo da qualche tempo una tavola per le peggior condizioni italiane, quelle giornate di mare estivo che proprio entri solo perché fa caldo. Ma la tavola giusta, spesso, ti cambia la percezione. Cercavo qualcosa di voluminoso ma performante, peso 87kg ed ho bisogno di parecchio foam sotto la pancia. Vedo questo prototipo JS, Flame Fish, per cui non esistono informazioni online: nessuna traccia di una presentazione, nemmeno sul sito JS, nessuna review. Nulla di nulla. Chiedo al 58, che è partner JS per l’Europa, e mi dicono chiaramente che si tratta di un nuovo progetto su cui JS sta lavorando e loro hanno l’anteprima in esclusiva. L’unica traccia di informazione che trovo sulla Flame Fish è questo video postato da Julian Wilson. Comunque la tavola costa un botto, non ho i soldi. Peccato è pure in epoxy e vorrei tanto provare l’epoxy. Torno a Bologna, altre 2 o 3 settimane di ufficio non ricordo e poi di nuovo Portogallo, l’unica possibilità nell’estate del covid. Nel mentre succede che vinco una schedina giocata con un amico quasi per ridere, una scommessa in ogni senso. La squadra su cui abbiamo puntato vince praticamente all’ultimo minuto e ci ritroviamo in tasca qualche centinaio di euro in più. Che tentazione.
Arriviamo in Portogallo, condizioni così e così. Stavamo di base a Peniche ma spesso era meglio ad Ericeira, quindi su e giù per la costa fino a Ribeira o Coxos. La prendo e mi regalo tanta felicità. Effettivamente nei giorni successivi trovai un altro surf, riuscendo ad andare in verticale anche su beachbreak mosci e con poca misura. Consiglio a tutti di avere un super groveler per godersi ogni minima mareggiata italiana. La mia JS Flame Fish è 5.7 x 21.25 x 2.56 (35 litri). Grazie Julian per avermi fatto sognare questo gioiellino, hai contribuito attivamente alla mia felicità.
Lo squalo
Semplicemente eroico. Nel modo di reagire all’imponderabile si è palesata istintiva e potente la natura di Jules: un uomo coraggioso. Come si dice in questi casi, nelle situazioni ti ci devi trovare, ma sfido chiunque stia leggendo a sentirsi onesto nel dire “l’avrei fatto anch’io, per un amico avrei remato verso lo squalo”. Ero in diretta davanti al Mac sul sito Wsl, dovevo scrivere il solito pezzo per la Gazzetta. Era il luglio del 2015 e ricordo il battito del cuore che accelerò fortissimo nel mio petto, ho avuto subito chiara la sensazione che stessi assistendo ad un evento storico. Siamo fatti così, c’è poco da vergognarsi, quelle immagini rimarranno impresse nella mente di ogni surfista e siamo tutti estremamente sollevati dall’aver assistito ad evento storico e non drammatico. Non fino in fondo, almeno. Il gesto di Julian Wilson potrebbe anche esser stato irrilevante, chissà cosa abbia indotto lo squalo ad abbandonare la preda (più probabilmente il calcio di Mick Fanning), ma scegliere di remare verso il pericolo anziché prendere la via della spiaggia ha dimostrato la sua natura di persona altruista e sicuramente senza paura.
*questo rimane tristemente il video più visto sul canale YouTube di World Surf League, 28 milioni di riproduzioni. La Wsl ha disabilitato la condivisione del video su altri siti per convogliare le views verso il proprio canale.
Lo skatepark con 3 pinne
Questo perché mi fece particolarmente impressione. Chiude un po’ il cerchio con il sushi-roll di 13 anni prima: mettendo vicini i due Julian e gli scenari opposti, ti rendi conto di quanto il surf sia cambiato in questa decade abbondante. Comunque, per inciso, fare quella roba lì su un rail da wakeboard è follia: lo sapete vero?
L’impresa agonistica
A memoria, questa è l’unica volta in cui Medina abbia perso un testa-a-testa esprimendosi comunque al meglio delle sue capacità. Impeccabile, cattivo, con un 10 subito in risposta ad un 9.93 ottenuto da Julian nel primo minuto della heat. Gurdate cosa succede dal minuto 26 del video, follia. Medina che viene portato in trionfo sulla spiaggia mentre si attende la valutazione del giudici, Wilson che aspetta in silenzio e concentrato. Bellissimo. Un’ondata di emozioni bella come se l’avesse orchestrata dall’alto il dio del surf.
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