Non so che rapporti esistessero prima di questo video tra John John Florence e Jordy Smith, ma sembra che i due se la dicano da più o meno sempre. “On the process” è, mi pare di capire, una nuova serie prodotta da “Parallel Sea” (cioè Spencer Klein) per il canale YouTube di JJF, che conta 139.000 iscritti. Si è detto a più ripetute che John fosse un tipo schivo, isolato nel perimetro della bolla d’oro del suo entourage. Ai tempi in cui ancora prendeva 6 bei milioni da Hurley (aka, Nike), gossip giunti all’orecchio di Stab narravano che il biondo hawaiano avesse addirittura una persona delegata a fargli la spesa.
Sono morto dalle risate quando John, ricordando la sua prima session a J-Bay dice a Jordy: “Quel giorno stavo remando verso il picco e mi hai urlato, dicendomi non so dove tu stia andando”. La risposta di Smith? Good. E giù risate. Altro momento che passerà alla storia, ancora Jordy che non tira mai indietro la gamba. Dice a John: “Sai perché non ho vinto il mondiale quando ero al top? Perché non avevo surfato abbastanza onde schifose (shitty, letteralmente). E sai perché Italo e Gabri vincono? Perché surfano ogni giorno tutto il giorno onde schifose”. Che colpetto.
“On the process” è sostanzialmente un podcast condotto a suo modo da John John. Interessantissimo il passaggio in cui discutono di preparazione e “confidence”, che spesso sento tradotto come “confidenza” ma in italiano significa altro, direi più sicurezza nei propri mezzi. Jordy racconta che appena arrivato nel Tour era, fa intendere, leggermente sovrappeso, inoltre non sapeva nulla di nutrizione e surfava soltanto con un genere di tavole. Nonostante ciò, era comunque sicuro di fare il culo a tutti. Mi è capitato spesso facendo LEOnde del Tour durante l’anno di sentire Leo Fioravanti dire “sono in forma, sto surfando bene”, anche quando magari non stava ottenendo risultati. È un bel tema questo, sentirne parlare da due dei migliori del mondo è pane per i nostri denti.
Perché gli altri vincevano ai tempi? Se lo chiede Jordy Smith, incalzato dal conduttore John Florence. “Alla fine mi sono accorto che era soltanto una questione di scelte: vinceva chi era più spesso sulle onde migliori”. Interviene JJF: “Sai perché? Dipende dal fatto che veniamo dal freesurf, è tutto lì”. Il sudafricano conferma ma aggiunge: “Soprattutto torna il problema dell’essere troppo sicuri di sé, in questo modo credi di poter grazie alle tue abilità trasformare una brutta onda in una buona onda”. Da qui in poi prende definitivamente quota la conversazione, che vi porterà a conoscere molti segreti dell’arte del surf competitivo. E comunque arrivati a questo punto non siamo nemmeno al quinto di 37 minuti (di cui una parte direttamente dalla lineup: tocco di classe), perciò interrompo lo spoiler. Il surf è uno sport individuale, sei solo più che nell’atletica o nel golf perché sei solo al cospetto dell’Oceano. Ascoltando questi due ragazzi parlare mi sono davvero accorto che a volte sottovalutiamo l’aspetto individualista del surf competitivo.