È finita un’altra giornata di surf. Mentre stendo la muta con la speranza che asciughi in tempo per domani, ripenso ai quattro giorni appena trascorsi. La mareggiata questo pomeriggio si è fermata per farci respirare ma è già pronta a ripartire. L’inverno mediterraneo è iniziato. Due gare, quattro titoli assegnati, il movimento italiano che si unisce tra le onde del Tirreno settentrionale. Quanto è bello incontrare vecchi amici provenienti da tutta la penisola e condividere con loro heat e session con onde che stentiamo a credere non essere quelle dell’oceano?
Mentre nuoto nella corrente con la macchina fotografica tra le mani stacco lo sguardo dal mirino del mio scafandro. Mi guardo intorno e vedo i monti innevati, i colori delle case che seguono la costa e si legano in maniera perfetta al colore del mare, le scogliere, i campanili delle chiese, il profumo della salsedine che si fonde con gli odori fuggiti dalle cucine dei ristoranti. Mi fermo a pensare quanto sarebbe bello poter godere di tutto questo almeno un paio di volte al mese: le onde, gli amici, i tramonti. Anche il vento di tramontana che taglia occhi e labbra diventa un piacere nell’inverno mediterraneo.
Poi le grida dalla line-up interrompono il mio momento di riflessione, scorgo all’orizzonte un set che sta arrivando. Torno a guardare la realtà attraverso il mirino della macchina fotografica. Dietro alla foto che sto per scattare ci sono tanti chilometri percorsi, poche ore di sonno e desideri riposti in quelle previsioni che sembrano spesso miraggi.
Il set è passato, il vento di terra fa sfumare le gocce d’acqua sopra al mio cappuccio. È vero, il surf in Italia è una storia d’amore travagliata, ma le onde nostrane hanno un sapore diverso. Il contorno della penisola ha qualcosa di speciale con cui nessuna meta al mondo può competere.
Sono stato a Tahiti, ho pianto di fronte alla perfezione di Tehaupo’o, ma ammetto che questa è casa mia e questo è il mare che mi ha permesso di arrivare laggiù. Nonostante l’odio e la delusione che ho accumulato nel corso degli anni, è giusto riconoscere al nostro oceano in miniatura che la passione di cui ci ha armati non ha eguali al mondo.
Ero partito con l’idea di scrivere un articolo dove raccontavo la swell e alimentavo il mito che in Italia si fa sul serio, ho finito per raccontare una storia personale in cui sono sicuro che qualcuno potrà rivedersi.
Perché è vero che le onde belle sono poche in Italia, ma quando arrivano cancellano tutte quelle brutte mareggiate sporche e resettano il nostro cervello. Adesso sdraiato sul divano con la faccia bruciata dal freddo e gli occhi rossi come il fuoco, nella mia testa ho solo le onde appena passate. Riguardo le previsioni per la settimana e sorrido pensando che forse saranno nuovamente giornate buone. Sarà dura tornare alla normalità quando il mare si spegnerà di nuovo, adesso però non voglio pensarci.