di Luca Giannetti
Diciamo piede del surfista perché che tu sia un regular o goofy, è importante poter usare i talloni e le dita dei piedi al meglio quando si sta surfando sull’onda. La tavola non girerà senza la pressione del tallone o della punta del piede posteriore, quindi, è chiaro che oltre all’aspetto del gesto tecnico sia altrettanto importante avere forza e sensibilità sufficienti per poter curvare.
Quando sei in piedi sulla tavola mentre scivoli sull’acqua e cambi costantemente direzione, pressione di appoggio ed elevazione, il tuo cervello riceve tutta la sua consapevolezza corporea attraverso i piedi. Lo sapevi? È fondamentale quindi mantenere i piedi in salute. Questa buona abitudine non sarà solo d’aiuto per la pratica del surf, ma avrà un ruolo anche nella conservazione di caviglie, ginocchia ed anche.

Se il piede o la caviglia sono fuori uso, sicuramente qualcosa nelle catene cinetiche ne risentirà. Nel piede ci sono moltissimi strati di tessuto che, talvolta, possono essere legati (disattivati) e per questo smettono di muoversi correttamente nel tempo. Quando ciò accade, le articolazioni del piede e della caviglia vengono compromesse. Il piede ha una struttura molto complessa: è costituito, infatti, da circa 26 ossa, 33 articolazioni ed un centinaio tra muscoli, tendini e legamenti.
Andando un po’ più nello specifico, i muscoli intrinseci (IFM) sono i principali stabilizzatori del piede. Questi muscoli si allungano in modo eccentrico durante la fase di appoggio della corsa prima di accorciarsi (fase concentrica) nella fase di propulsione, poiché l’arco si ritrae parallelamente alla fascia plantare. Svolgono un ruolo chiave nel sostenere l’arco longitudinale mediale, fornendo flessibilità, stabilità e assorbimento degli urti al piede, controllando parzialmente la pronazione. Può essere di particolare interesse rafforzare i muscoli del piede per mantenere e migliorare una capacità ottimale di generare e assorbire queste forze durante il surf.
Gli studi attuali suggeriscono diversi esercizi per ottenere una maggiore forza nel piede del surfista. Ve ne proponiamo alcuni:
- L’esercizio del “piede corto”
- L’arricciatura delle dita dei piedi
- Gli esercizi di traino
- Gli esercizi di salto più dinamici
- La corsa a piedi nudi (meglio se su terra o sabbia)
Ci tengo a dire, però, che per poter esprimere una forza adeguata è importante avere anche una buona mobilità. Per ottenerla è utile rimuovere le “tensioni” della fascia plantare, ad esempio usando la foam ball (di dimensioni di una pallina da tennis, ma rigida) e facendo esercizi di auto-massaggio quotidianamente: bastano pochi minuti al giorno per avere risultati tangibili.
Se parliamo del piede del surfista, non possiamo non tenere in considerazione anche la caviglia. Un recente studio condotto dall’Exercise and Rehabilitation Center dell’Università di Birmingham ha mostrato che le persone che camminano a piedi nudi hanno spesso una maggiore flessibilità della caviglia, una minore pressione esercitata sul piede e un passo più corto quando camminano. Ciò consente al piede di distendersi, tastando la terra e ricoprire più superficie invece di essere costretto a adattarsi allo stampo specifico di una scarpa.

Tutto questo può incrementare notevolmente la capacità di equilibrio e la stabilità dei piedi di un surfista sulla tavola. Di solito, quando effettuo la batteria di test con i miei atleti, uno dei primi che faccio è quello per la dorsiflessione, ovvero l’avvicinamento del dorso del piede alla tibia.
In caso di limitazione della dorsiflessione per ragioni articolari, è consigliata una mobilizzazione del movimento accessorio tibio-tarsico antero-posteriore e/o postero-anteriore. In altri casi può anche essere causata da una detrazione dei muscoli soleo e/o gastrocnemio. Per questo è utile rimuovere le tensioni e ri-attivare la catena cinetica.
La risoluzione della caviglia bloccata in dorsiflessione, come sempre, passa dallo studio attento delle cause, per impostare un programma basato su esercizi e tecniche mirate e specifiche per la persona.
In conclusione penso che sia sempre più urgente che chi pratica il surf capisca l’importanza dell’allenamento fuori dall’acqua come prevenzione per gli infortuni. Quindi, se vuoi continuare a goderti le mareggiate in giro per il mondo, inizia a prenderti cura del tuo corpo.
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