Eurosurf che si chiude con un po’ di amaro in bocca per il team azzurro che va vicinissimo al podio e che per un soffio non riesce a strappare la medaglia di bronzo all’Inghilterra. A Santa Cruz abbiamo visto un team compatto e determinato che non ha mai mollato, dimostrandosi molto combattivo. Il livello generale della competizione rispetto ad altre manifestazioni non era proibitivo, un piazzamento a podio era alla portata dell’Italia che si presentava in Portogallo da campione d’Europa in carica. Portogallo e Spagna difficili da spodestare attualmente: non soltanto perché più attrezzate, ma anche per gli evidenti favoritismi a cui tutte le altre nazioni partecipanti hanno dovuto assistere a Santa Cruz. Come durante l’europeo junior della scorsa estate, anche questa volta non sono mancate le polemiche.

La grande assente era la Francia che continua a snobbare e boicottare l’Eurosurf portoghese. Il team transalpino ha moltissimi atleti impegnati nelle Challenger Series e da paese che ospiterà i Giochi Olimpici può permettersi il lusso di non presentarsi. I padroni di casa del Portogallo vincono di misura contro la Spagna sfruttando al meglio la conoscenza di uno spot complicato e che a dirla tutta, non è sicuramente al livello di una competizione del genere.
Bicchiere mezzo pieno per lo shortboard. Edo Papa 5°: “Avevo la finale in pugno ma ho smesso troppo presto di cercare onde”
Edoardo Papa si porta a casa un 5° posto prestigioso. Il surfer abruzzese ha dimostrato di essere cresciuto molto nell’approccio alla gara. Esce in finale ripescaggi di pochissimi punti (anche in questa edizione i giudici non si sono mai dimostrati di manica larga nei confronti degli atleti azzurri) contro gli esperti Beyrick De Vries e Gearoid McDaid. Abbiamo scambiato due chiacchiere con Edo dopo la gara, abbiamo percepito il suo dispiacere: “Purtroppo ho avuto la mia chance per ottenere lo score di cui avevo bisogno ma non sono stato incisivo sull’onda, potevo certamente fare meglio. A metà della semifinale ero in controllo, quindi d’accordo con gli allenatori che mi seguivano dalla spiaggia mi sono avvicinato al concorrente diretto per marcarlo, evitando che prendesse l’onda che gli serviva per superarmi. Lì ho perso ritmo, forse era presto per mettersi sulla difensiva. Tutta esperienza per le prossime gare. Adesso testa bassa e lavorare per i QS in arrivo”.
Buona prestazione per le ragazze dello shortboard che si piazzano rispettivamente in 9° ed 11° posizione su 42 iscritte. Emily Gussoni raggiunge la top ten e segue con un distacco di pochi punti Giada Legati.

Nelle ragazze completa il quadro Indiana Ferri che si classifica 16°. Matteo Calatri chiude il suo Eurosurf al tredicesimo posto su 41 atleti in gara. Più distante invece Francesco Lazzarini, che alla prima competizione assoluta con il team open porta a casa un 22° generale, punto di partenza su cui lavorare per lui.
Il longboard delude tra sfortuna e l’urgenza di
un ricambio generazionale
Non nascondiamoci dietro ad un dito: in questa categoria andavamo in Portogallo da favoriti. Le finali per Alessandro Demartini e Francesca Rubegni sembravano un obiettivo scontato. Chiudiamo invece l’Eurosurf con un 8° posto per Alessandro ed un 9° per Francesca. Condizioni di mare a parte, la Rubegni è stata vittima di uno spiacevole infortunio all’inizio della sua heat, una ferita alla testa che non gli ha permesso di surfare al meglio. Ale non trova il punteggio sulla seconda onda ed esce in una heat decisamente alla sua portata. In questa disciplina abbiamo del gran potenziale e possiamo raggiungere risultati importanti. Ale Demartini si distingue per ottime prestazioni, podi e vittorie nel campionato spagnolo di longboard, Francesca oltre ad aver dominato in Italia per gli ultimi 20 anni si è qualificata al Championship Tour nel 2022 e può sicuramente fare meglio.
I giovani Mattia Maiorca e Filippo Marullo osservano e scalpitano. Il sardo campione nazionale in carica ed il versiliese vice campione europeo junior potrebbero dare quella ventata di freschezza necessaria al movimento. Nel 2028 il long (o sarà il sup?) potrebbe entrare nelle Olimpiadi, quindi bisogna farsi trovare pronti.

Come abbiamo già evidenziato in precedenza, il longboard sta soffrendo il ricambio generazionale. Nella categoria femminile nessuna ragazza sembra ancora pronta per poter raccogliere l’eredità di Francesca Rubegni. Le speranze sono tutte riposte nella giovanissima Ginger Caimi, che nonostante l’età ha già dimostrato grandissimo talento, anche in gara.

Chiudiamo dunque questo europeo con la soddisfazione di esserci messi una Germania al gran completo alle spalle: i tedeschi hanno investito moltissimo sul surf ed il quinto posto agli scorsi mondiali ne è la dimostrazione, ma il movimento azzurro non è da meno in termini di sforzi (economici ed organizzativi) profusi per la crescita del team. Dietro di noi anche l’Olanda che vanta ottimi piazzamenti nel QS ed Israele, altra nazione tradizionalmente strutturata e surfisticamente rilevante.