Il Consorzio Lamma Toscana fa previsioni meteo-marine dal 1997, guidando migliaia di persone nell’organizzazione della vita quotidiana. Le attività del Lamma sono possibili grazie al contributo di Regione Toscana e CNR, che assicurano risorse per mandare avanti il prezioso servizio pubblico offerto dal consorzio. Avevamo anticipato questa puntata parlando dell’importanza del saper leggere le previsioni nel surf in Italia, siamo entusiasti di portare alla luce un episodio del podcast immaginato sin dalla fondazione di Tuttologic Surf. Chi vi scrive è abituato a sconvolgere la propria vita personale più che professionale (ubi maior…) sulla base di quanto espresso da quelle colorate e curiose mappette prodotte dal Lamma.
Con Andrea Orlandi e Francesco Pasi, meteorologi di professione, ho potuto avuto l’occasione di un faccia a faccia con i responsabili (indiretti, sia chiaro) dell’umore dei surfisti italiani. Ho scoperto cose che non sapevo, raggiungendo l’obiettivo dell’intervista: scavare oltre il dettaglio che siamo abituati a studiare meticolosamente, ottenere nuovi parametri da aggiungere alla formula che ognuno di noi si è costruito autonomamente in anni di surf in Italia.
Vorrei anticiparvi alcuni motivi per cui vale la pena ascoltare il podcast con Andrea Orlandi e Francesco Pasi, previsori del Lamma:
L’affidabilità delle previsioni nel Mediterraneo
L’affidabilità delle previsioni è un tema per noi surfisti vecchio come il mondo. Secondo quanto mi è stato spiegato, le previsioni a 3 giorni hanno una buona percentuale di affidabilità. Perché non si riesce ad andare oltre? I sistemi fluido-dinamici sono sistemi non lineari, quindi fortemente dipendenti dalle condizioni iniziali. Il modello proietta la condizione di oggi nei prossimi giorni, portandosi dietro eventuali errori commessi nel valutare i dati dello stato di partenza. Se questo accade, e succede spesso secondo quanto ci raccontavano Andrea e Francesco, gli errori commessi nel valutare i dati dello stato di partenza si amplificano esponenzialmente, erodendo al contempo l’affidabilità delle previsioni a lungo termine.
Gli effetti del cambiamento climatico sul surf nel Mediterraneo
In un futuro insidiato dal surriscaldamento globale dobbiamo aspettarci più onde? Il cambiamento climatico sta generando un incremento di energia nel sistema, le perturbazioni sono e saranno per questo più intense. Riguardo alla frequenza, invece, è difficile fare ipotesi fondate. Il cambiamento climatico sembrerebbe portare più verso una configurazione atmosferica di blocco.
Di cosa si tratta? L’atmosfera ha 2 stati:
- Il flusso occidentale è quello che piace a noi surfisti, definisce le perturbazioni che da ovest vanno ad est seguendo il giro scirocco-libeccio-maestrale.
- L’altra configurazione dell’atmosfera è quella di blocco, il temutissimo anticiclone che si impone nei periodi più afosi dell’estate. In questo caso gli scambi di vento sono più meridionali.
Non dobbiamo comunque confondere il clima con il tempo: anche nel contesto climatico appena descritto, non è detto che non faccia un inverno epico in cui si surfa tutti i giorni. Se come sembra comunque in futuro avremo la prevalenza di una condizione di blocco, le perturbazioni che inevitabilmente si verificheranno avranno maggiore energia e quindi potenza.