È giunto quel periodo dell’anno in cui le temperature si alzano e le onde iniziano a scarseggiare. Dopo un inverno insolitamente povero, è quasi irrefrenabile la voglia di partire verso destinazioni che possano regalarci una settimana di onde. Negli ultimi tempi però, abbiamo notato che oltre ad un calo di rotte aeree verso destinazioni consone alla pratica del nostro sport, le compagnie low-cost sono diventate molto fiscali. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle diversi episodi spiacevoli che ci sembra necessario raccontarvi per mettervi in guardia. La pulce nell’orecchio che quanto sta succedendo non sia un caso ce l’ha messa il CEO di Ryanair. In un’intervista riemersa di recente ha dichiarato che per abbattere ulteriormente i costi e poter imbarcare più passeggeri, sarebbe disposto a far viaggiare le persone in piedi.
Ovviamente un’ipotesi che per ragioni di sicurezza non verrà mai approvata. Quindi come stanno provando le compagnie low-cost a rimediare ai costi che sono diventati sempre più ingenti? Maggior rigore ai controlli dei bagagli e salatissimi extra da addebitare a noi poveri viaggiatori.
Sappiamo benissimo che le compagnie aeree low-cost lucrano su servizi scadenti e cavilli invisibili che traggono in inganno i passeggeri. Ad esempio Leo mi raccontava che per il 1 Maggio di ritorno da Londra ha dovuto pagare 55€ di penale (il biglietto era costato meno) per aver effettuato il check-in al desk in aeroporto con Wizzair, una truffa bella e buona. Semplicemente la sera prima si era dimenticato di farlo online, ha provato la mattina in treno dalla città verso l’aeroporto ma mancando meno di 3 ore al volo, era impossibile completare la procedura online. Ogni tanto anche viaggiatori esperti cadono nelle trappole e si trovano a sborsare somme di denaro non preventivate senza apparenti motivazioni valide. Questa volta è toccato a noi, ma l’episodio che ci ha fatto rosicare non è un avvenimento isolato.
La storia
Parte 1 con Ryanair e i quaranta ladroni
Volo Roma – Lisbona
È marzo. Io e Leo come di consueto stiamo per partire in direzione Portogallo dove si svolgerà l’unica tappa europea della World Surf League. Questa volta staremo via quasi un mese perché dopo la gara voleremo in direzione Cantabria per svolgere un lavoro con Bear Surfboards. Per questo motivo decidiamo, per non rischiare, di acquistare un bagaglio in più da spedire nella stiva dell’aereo. Arrivati al check-in iniziano i problemi. Peso la mia valigia: 23kg, 3kg in più. All’interno avevo il mio cavalletto che pesa circa 1,5kg, lo tolgo e magicamente nel nastro accanto al nostro la bilancia segna 18.7kg, riproviamo sul nastro Ryanair ed il peso indicato è di 20,9kg. L’addetta si accontenta e lo fa passare senza fare troppa polemica, tanto si rifarà sulla sacca delle tavole di Leo. Spunta magicamente un limite di lunghezza che negli ultimi 10 anni non era mai stato menzionato. “Avete preso il bagaglio sbagliato, dovevate prendere quello per bagaglio ingombrante, non quello sportivo.” Ovviamente sul sito Ryanair non c’è più distinzione tra i bagagli sportivi (a meno che non si trasporti una bicicletta) quindi la scelta era obbligatoria. Dopo un paio di domande per cui non riceviamo risposte esaustive decidiamo di pagare i 40€ e di porre fine alle ostilità. Primo viaggio chiuso con un + 40€ sul groppone.
Leo parte spessissimo da Ciampino con Ryanair e non ha mai avuto problemi. Ricorderete forse che fino a poco fa, e per anni è stato così, c’era soltanto la distinzione tra bagaglio sportivo (35€) e attrezzatura sportiva ingombrante (60€). Acquistare il bagaglio sportivo e passare sereni ai controlli con le tavole era un bug di cui molti surfisti giustamente hanno approfittato per anni, noi compresi. Anche perché detto del peso (20kg) equivalente, perché dovrei acquistare una categoria che mi compara a deltaplani e windsurf anziché una che mi mette allo pari con monopattini e bodyboard? Le tavole da surf sono esattamente a metà di queste due categorie e senza una più precisa ed esplicita distinzione di misura (lunghezza), come faccio a scegliere senza essere tratto in inganno? È il loro gioco, sono i numeri uno a confondere le acque per decidere a sentimento: oggi passi, domani no.
Parte 2 con Iberia tutto a posto
Volo Lisbona – Santander via Madrid
Questa volta voliamo con Iberia. Zero controlli del peso, zero storie all’imbarco. Un po’ come con Tap, Air France o Emirates. Le compagnie di linea si dimostrano poco fiscali al riguardo e cercano sempre di venire incontro ai passeggeri.
Parte 3 Ryanair la vendetta
Volo Santander – Roma
Stanchi morti, dopo 22 giorni in giro per l’Europa è finalmente giunto il momento di tornare a casa. Ovviamente dopo l’episodio sconveniente dell’andata con Ryanair, visto che per il ritorno a casa avremmo viaggiato nuovamente con la compagnia irlandese, facciamo più attenzione al peso della sacca delle tavole e diminuiamo il contenuto all’interno. Al desk del check-in troviamo uno steward nevrotico che ci rende nuovamente tutto più difficile del previsto. Solito trick del peso: bilancia calibrata male, cavalletto che magicamente pesa 5kg e bagaglio ingombrante con insolito limite diminuito da 25kg a 20kg. Risolviamo la bega della valigia da stiva togliendo il cavalletto e mettendo le pinne all’interno del bagaglio a mano. Storia più complicata invece per la sacca delle tavole che inspiegabilmente pesava 4kg in più del consentito. Alla fine con un paio di incastri riusciamo a pagare soltanto 2kg di eccesso (90€). In questo caso però, per paura che rimettessimo le cose all’interno, i malfidati addetti si prendono in carico di portare direttamente la sacca al nastro dei bagagli speciali.
Finita qui? Nemmeno per sogno. Nonostante avessi acquistato la priorità ed il diritto di portare a bordo due bagagli a mano, l’addetta al gate mi stoppa e mi dice che non c’è abbastanza spazio sull’aereo per portare sia la valigia che lo zaino. All’interno come al solito trasporto apparecchiatura elettronica di alto valore, quindi mi rifiuto categoricamente di spedire il mio bagaglio in stiva. Ne nasce un battibecco dal quale esco ovviamente sconfitto. Alla fine mi toccherà pagare 40€ extra per dare il mio bagaglio a Leo e spedire il suo zainetto con i vestiti in stiva. Alla fine il viaggio low-cost ci è costato quasi 200€ in più. Manco tanto low-cost.
Morale della favola?
Un’epopea infinita nella quale altri passeggeri prima di noi si sono imbattuti. Siamo in buona compagnia: dai voli di ritorno dalle Isole Canarie ci segnalano svariati bagni di sangue ed una fiscalità mai vista prima. Negli ultimi due anni abbiamo preso decine e decine di aerei verso le destinazioni più disparate e possiamo confermare con assoluta sincerità che mai avevamo ricevuto così tante attenzione da parte degli addetti delle compagnie low-cost che anzi, solitamente erano molto sbrigativi e poco avvezzi a perdite di tempo. Con costi sempre più elevati e meno rotte aperte, gli sventurati passeggeri diventano l’unico frutto da spremere per tenere i bilanci in pari. Come risolvere questo problema? Boicottando le compagnie low-cost e viaggiando con quelle di linea. È vero, il prezzo iniziale è più alto, ma il rischio sorpresa è quasi azzerato. Policy di viaggio più chiare e a favore del passeggero, peso massimale dei bagagli più alto, servizi migliori e meno fiscalità. Oltre a questo aggiungiamo anche opzioni di volo migliori, orari più normali ed un maggior numero di aeroporti serviti. L’alternativa? Fare un bel pulmino insieme a 4 amici e prendersela comoda viaggiando su strada, ove possibile.