Classica mattinata portoghese, un po’ di nebbia che lentamente si dirada, la gara del challenger series ormai in dirittura di arrivo e tanti surfisti world class che si dividono tra gli spot di Ericeira. Tra le tante opzioni a nostra disposizione, con Leo scegliamo quella che a nostro parere è la miglior onda d’Europa: Coxos. La stessa idea che hanno avuto in tanti, e questo ci conforta, ma è difficile resistere al gioiello della corona portoghese: un’onda che è allo stesso tempo potente, lunga e con qualche sezione tubante.
Ho iniziato la giornata scattando a rullino, in attesa che il mare migliorasse. Il livello era molto alto e la velocità di esecuzione delle manovre era incredibile. Passo quindi a scattare in digitale, è giunto il momento di tirare fuori l’artiglieria pesante: obiettivo 600 mm puntato verso il picco provando ad inquadrare da diverse angolature. Le manovre viste in tempo reale mostravano un surf perfetto, da lasciare a bocca aperta. La sorprendente realtà è che rivedendo gli scatti fatti durante tutta la giornata, venivano fuori tanti errori. Anche i professionisti non sempre sono perfetti, anzi: mai mi sarei aspettato in una giornata di onde così belle e con surfisti così forti di ritrovare posture sbagliate e manovre rimaste a metà come un colpo in canna.
Una particolarità dovuta probabilmente alla formidabile velocità con cui i pro si destreggiavano in acqua, alle prese con un controllo della tavola non sempre fluido ed agevole. Uno degli errori più comuni a veder bene è quello delle braccia, spesso sconnesse dal corpo, che difficilmente accompagnavano l’uscita dalla manovra. Personalmente sono molto critico e ricerco sempre la perfezione nelle mie foto, ammetto di aver avuto difficoltà a trovarne una che mi piacesse davvero. Per fortuna uno dei miei surfisti preferiti, con il tipo di surf potente rail to rail che piace a me, è entrato in acqua: Patrick Gaudaskas.
Leo che in quel momento era in acqua a surfare, può confermare la difficoltà di muoversi con facilità sulla lineup. Tutto vero Tommy, impressionante essere lì in prima fila a Coxos da spettatore non pagante, però come ti dico ogni volta sei troppo duro a giudicare dei gesti atletici così complicati e che sono il risultato di decine di elementi. In primo luogo, come giustamente anticipavi, la velocità: ho sentito il rumore della tavola che impattava il lip, un colpo sordo tipo lo smash di Andy Roddick (tennista che tirava a 249 km/h). Metterei nel conto anche che Coxos è uno spot fortemente localizzato, in cima al picco hai sempre quella decina di locals in là con gli anni che non mollano mezzo set. Partenze suuuper deep quasi fuori luogo per un livello di surf mediamente basso, sicuramente non da fare quei takeoff con scioltezza. Districarsi nella lineup con 40 persone tra pro e locals non era semplice. Personalmente sono riuscito a partire su 5/6 onde in 2 ore di session, trovandomi in precedenza davanti a Tia Blanco, Gony Zubizzareta, Coco Oh e qualche altro surfista reclamizzato che non sono stato in grado di identificare. Una fortuna perché Coxos poi ti rende migliore, se superi il takeoff (per me in backside) hai davanti un muro dritto con cui giocare, stando attento a scegliere il giusto timing per salire verso la parte alta dell’onda.
Tornando alla resa in foto dei professionisti che si sono succeduti sulla destra migliore d’Europa, mi sento di poter dire rimanendo sempre nella metafora sportiva che è un po’ come vedere un’azione di calcio in diretta oppure alla moviola. Fa tutta la differenza del mondo, metti a fuoco dettagli che altrimenti sfuggono nell’esaltazione della diretta. Direi di perdonare i ragazzi per qualche imperfezione e senti che ti dico, se potessi li ringrazierei per lo spettacolo che ci hanno offerto.